
E’ stato risolto il problema di Giuseppe o la permutazione di Giuseppe, un rompicapo matematico collegato ad un episodio autobiografico raccontato dallo storico ebreo Flavio Giuseppe nella sua opera ‘Guerra giudaica’. Tutto parte dal cosiddetto “cerchio del suicidio”: scelta una persona iniziale e un senso di rotazione, il primo uomo scelto avrebbe ucciso la persona alla sua sinistra, saltandone però una e la cosa sarebbe andata avanti finché ne fosse rimasto soltanto uno, che avrebbe dovuto decidere se restare in vita o graziarsi. Il cerchio venne ideato da alcuni soldati ebrei durante l’assedio di Yodfat. Tra di loro c’era lo storico Giuseppe Flavio, che voleva sopravvivere all’assedio, ma contestualmente non perdere il rispetto dei compagni, per cui elaborò questo rompicapo.
Duemila anni dopo, il dilemma ha una soluzione: “Diciamo che ci sono sette persone nel cerchio”, ha spiegato Daniel Erman della University of Wisconsin-Madison: “Numero uno uccide numero due. Poi tre uccide quattro e cinque uccide sei. Così sette uccide uno, poi tre uccide cinque e sette uccide tre, che lascia sette come l’ultima persona in vita”. Tale modello può essere esteso, non importa quante persone sono nel cerchio. Tutte le persone che si trovano in posizioni di numero pari verranno uccisi, quindi conviene avere un numero dispari e se c’è un numero sufficiente di soldati essere i primi a iniziare il giro. Giuseppe Flavio capì che dei 41 soldati iniziali, dopo il primo turno ne sarebbero rimasti 32, poi con una serie di passaggi logici, spiegati da un video pubblicato su Youtube arrivò a definire come ideale la posizione n. 19 nel “cerchio del suicidio”.
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GM