
C’è malcontento nel nostro paese e la categoria dei lavoratori precoci non è da meno. Secondo la nuova legge di Bilancio, infatti, a causa di alcune limitazioni del governo non tutti i lavoratori precoci potranno beneficiare della pensiona una volta raggiunti i 41 anni di contributi versati.
Il Movimento 5 Stelle presentato in Senato una mozione che ha come oggetto le disposizioni contenute nella riforma Fornero del 2011. In pratica si vorrebbe disporre: l’illegittimità dell’indicizzazione delle pensioni, l’innalzamento della pensione minima a 780 euro mensili, l’aumento della no tax area per i pensionati a 9360 euro, la cancellazione dell’onerosità delle ricongiunzioni contributive presso l’Inps e infine la possibilità per i lavoratori precoci di accedere alla pensione dopo 41 anni di contributi versati senza alcun tipo di limitazione. Nunzia Catalfo, portavoce del Movimento 5 Stelle, sulla propria pagina Facebook ha così spiegato: “Quasi 500 mila pensionati in Italia vivono da soli e percepiscono un trattamento al di sotto della Soglia di Povertà. Il Movimento 5 Stelle chiede il PIENO rimborso della quota di pensione non versata a causa della legge 201/2011. E’ necessario restituire interamente quanto sottratto illegittimamente ai nostri pensionati che oggi rappresentano una categoria sempre più a rischio povertà e non possono e non devono essere abbandonati. Tra le proposte della mozione vi è anche il riconoscimento il diritto a pensione piena ai lavoratori che hanno maturato 41 anni di contributi”.
Antonio Russo