
Michelle Caton-Richards aveva perso ogni speranza quando le era stato detto che non avrebbe mai più potuto avere figli. E invece è poi successo un miracolo: la 34enne di Staines, nel Middlesex (Inghilterra), è rimasta incinta. La gravidanza è stata però bruscamente interrotta e alla 29° settimana la piccola è nata prematura (con 11 settimane di anticipo). Tante emozioni, così intense e così diverse, a distanza ravvicinata le hanno causato un disturbo post traumatico da stress. E lei ora ha deciso di raccontare la sua battaglia contro questo nuovo “mostro”, a partire dall’esperienza del taglio cesareo d’urgenza, che l’ha fatta sentire “derubata” del suo pancione. Michelle, che di lavoro fa l’infermiera, continua a rivivere con martellanti flashback le settimane (ben sette) trascorse a guardare la sua fragilissima bimbetta nelle stanze dell’Unità di terapia intensiva neonatale del St. George’s Hospital di Tooting (Londra sud) – tanto da essere addirittura terrorizzata alla prospettiva del primo compleanno della piccola.
“Mi capita di tornare a quei momenti in un baleno, di riascoltare gli stessi suoni e gli stessi rumori… è una cosa che sfugge a qualsiasi controllo”, ha raccontato Michelle al Sun. E come racconta sul suo blog Premmie Ramblings, è stata “a pezzi” nelle settimane che hanno preceduto il primo compleanno di Emma: “Forse è stato anche peggio della terapia intensiva”, dice, ricordando che “passavo al setaccio ogni dettaglio, chiedendomi se per caso non mi fossi accorta che qualcosa non andava, che un campanello d’allarme mi fosse sfuggito”. “Ma – aggiunge – non potevo parlarne con nessuno”. Ma Emma, che oggi ha 16 mesi, è stata una combattente sin dall’inizio, nonostante appena nata sembrasse “un incrocio tra un ratto e un feto”. E oggi “cresce come se nulla fosse successo”. Il suo consiglio alle mamme che si trovano a vivere una situazione simile a quella sperimentata da lei è quello di non aver paura di chiedere aiuto. “Bisogna solo pensare a quanto siamo fortunati – conclude – . Noi abbiamo una bella figlia e questo è un dono inestimabile”.




EDS