Vietato l’asilo ai bimbi non vaccinati: ecco la legge

( SAMUEL KUBANI/AFP/Getty Images)
( SAMUEL KUBANI/AFP/Getty Images)

La prima ad arrivare alla tanto attesa e sacrosanta legge è stata la regione Emilia-Romagna che ha approvato il progetto di riforma dei servizi educativi per la prima infanzia introducendo un nuovo fondamentale requisito per i bimbi che devono iscriversi all’asilo nido: “Avere assolto gli obblighi vaccinali” previsti dalle leggi attuali. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini spiega: “In Emilia Romagna la percentuale di bambini vaccinati è notevolmente diminuita negli ultimi anni dal 2014 è scesa sotto il livello di sicurezza del 95% e nel 2015 la copertura per le quattro vaccinazioni obbligatorie (Poliomielite, difterite, tetano ed epatite B, n.d.r.) ha raggiunto il 93,4% rappresentando un potenziale rischio per la salute della collettività.“I genitori hanno cambiato atteggiamento verso le vaccinazioni pediatriche – sostiene Bonaccini – soprattutto per via di informazioni non corrette e prive di basi scientifiche che vengono diffuse in particolare online. Viceversa, noi abbiamo deciso che la salute delle persone va garantita e protetta, non lasciata a improbabili convinzioni o, per usare le recenti parole sui vaccini del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a ‘sconsiderate affermazioni prive di fondamento'”. L’Emilia Romagna è la prima regione a prendere un provvedimento di questo tipo, ma molto presto potrebbero seguirla a ruota anche Lombardia, Toscana e Marche. Illuminanti a proposito di quello che sta accadendo con posizioni antiscientifiche che prendono piede in modo sconsiderato soprattutto con informazioni errate diffuse online il pensiero della giornalista de Il fatto quotidiano e Vanity Fair Elisabetta Ambrosi: “Meglio dunque, un po’ come la legge sulle quote rosa, imporre la vaccinazione, impedendo quella libera scelta che ormai noi – insofferenti a ogni imposizione, sia pure quella di levarci le scarpe per passare sotto il metal detector – riteniamo sacra anche quando va a scapito della comunità. Perché un altro aspetto che la visione pro vaccini e pro natura spesso nasconde, dietro una facciata bucolica, è un profondo individualismo. Il mio bambino vive nella Natura – pure se poi la maggior parte di chi difende questa posizione vive in città inquinate – se poi le altre madri decidono di dare cose cattive ai loro figli (cibo cattivo, vaccini, latte artificiale) peggio per loro. Ma così dimenticano che l’eguaglianza tra bambini è ben più importante di una merenda biologica e che l’interdipendenza è un dato di fatto: non ti vaccini tu, mi ammalo anche io. E questo davvero non è tollerabile”.

F.B.