L’ultimo bacio a una ragazza che ha commosso il mondo

(Websource / Sun)
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Una mamma coraggiosa: non si può che definire così Suzanne Harris, la donna che nelle scorse ore ha fatto commuovere l’Inghilterra (e non solo) per aver pubblicato l’ultima foto della figlia maggiore, morta dopo un terribile incidente sugli sci. Kayleigh Harris è deceduta a soli 23 anni lo scorso 1° aprile a seguito delle gravissime lesioni riportate mentre stava sciando sulle Alpi francesi. A provocarle è stato l’impatto con un altro sciatore, che l’ha fatalmente colpita alla testa dopo che era caduta. Ma in qualche modo Kayleigh continua a vivere, e non solo metaforicamente: i familiari hanno infatti deciso di donare i suoi organi, salvando così la vita di altre tre persone. L’immagine, che riproponiamo anche ai lettori di Diretta News, mostra la ragazza poche ore prima della sua morte, quando si trovava in un reparto di terapia intensiva. Suzanne, un’infermiera 45enne di Taunton, nell’Inghilterra sud-occidentale, pur devastata dal dolore ha capito subito che sua figlia avrebbe voluto proprio così (in passato Kayleigh aveva sofferto tremendamente per la perdita di una carissima amica, Liana, e proprio in quell’occasione aveva espresso le sue intenzioni al riguardo). “Ho letto molte storie sulla donazione degli organi – ha raccontato ai colleghi del Sun – e sono felicissima che Kayleigh abbia potuto aiutare altre persone in difficoltà. Questo pensiero mi conforta. Anche se, a volte, quando sono in casa da sola mi metto seduta e comincio piangere a dirotto”. “Ma – ha aggiunto questa mamma-eroina – devo essere forte per le altre mie ragazze”: Paige, 22 anni, Lauren, 21, Jaide, 19, e Abbie, 17.

Al momento dell’incidente Suzanne si trovava in crociera con alcune amiche, e ha dovuto affrontare un viaggio lungo un giorno intero per raggiungere la clinica svizzera di Grenoble dove la figlia era stata nel frattempo ricoverata. “Mentre aspettavo il volo a Città del Messico, mio fratello mi ha detto che Kayleigh non mostrava più alcuna attività cerebrale e aveva sofferto di una mancanza di ossigeno al cervello”. Quando è arrivata al suo capezzale, la povera Kayleigh era tenuta in vita solo da una macchina. A quel punto le è stato chiesto il consenso alla donazione degli organi della figlia. “Per me – ha confidato la donna – non c’era neppure bisogno di parlare: ho chiesto solo dove dovevo firmare”. In Francia l’inchiesta sulla sua morte è ancora in corso, ma il pensiero di Suzanne è rivolto in tutt’altra direzione: “Ancora ricevo messaggi da persone di tutto il mondo – conclude – . Kayleigh aveva una personalità a dir poco contagiosa”.

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