La tragica fine del pedofilo più pericoloso di sempre

(Websource / Mirror)
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Uno dei pedofili più pericolosi della Gran Bretagna, facente parte di una gang che stuprava bambini dopo averli imbottiti di droga, si è suicidato in carcere. A quanto pare, gli altri detenuti avevano stretto “accordi” per fargliela pagare. L’orco James King, 31 anni, ufficialmente noto come Robin Hollyson, è stato trovato impiccato nella sua cella lo scorso 15 gennaio ed è morto due giorni dopo in ospedale. Ha scontato solo quattro mesi di prigione (era stato condannato a 24 anni) dopo aver filmato lo stupro compiuto da lui stesso ai danni di un bimbo di soli tre mesi. In un primo momento la Polizia aveva dichiarato che c’erano “molti sospetti” intorno a quell’incidente, dal momento che il suo compagno di cella era stato trovato “coperto di sangue”, e con al polso l’orologio di King. Il detenuto John Denham ha poi raccontato che diversi altri soggetti reclusi nel carcere avevano deciso di bruciare King o di “fargli un occhio nero, o anche due”. Una “pista” che sarebbe stata confermata anche dalla madre di King, la quale ha riferito che un altro membro della gang a cui egli apparteneva aveva subìto un’aggressione analoga (cavandosela poi con qualche grave ustione). Gang che è stata scoperta e arrestata nel settembre 2015, e poi condannata da un giudice che ha descritto i suoi componenti come “malvagi oltre ogni immaginazione”.

Sul caso è stata aperta un’inchiesta da cui risulterebbe che King soffriva di disturbi d’ansia e depressione aggravatisi proprio in coincidenza della sua condanna. L’orco aveva già tentato di suicidarsi prima del trasferimento nel carcere di Bristol ed è stato posto per ben tre volte sotto “sorveglianza speciale” nel timore che potesse compiere atti di autolesionismo o altri tentativi di suicidio. E sempre dagli atti risulta che il giorno della sua morte King si era mostrato particolarmente agitato, dopo aver ricevuto una lettera di un vecchio amico che gli comunicava di non voler più tenersi in contatto con lui. In ogni caso, la Polizia ha escluso qualunque altra ipotesi oltre al suicidio, avendo rinvenuto nella cella di King due biglietti scritti da lui stesso nel quale manifestava chiaramente le sue intenzioni.

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