“Io, costretto a fare sesso con una mucca”

(Websource / Metro.co.uk)
(Websource / Metro.co.uk)

Costretto da piccolo a fare sesso con una mucca, e poi deriso e umiliato da colleghi, conoscenti ed emeriti sconosciuti a suon di “muu”. L’orrendo abuso è stato compiuto ai danni di una vittima la cui identità non può essere resa nota per questioni legali, ed è sfociato in una serie di gravi conseguenze sul piano psicologico dalla stessa denunciate nel corso del processo che vede imputato il pedofilo Allan Kenneth Brookes. Il poveretto ha infatti raccontato al giudice del Downing Centre di Sydney, in Australia, come quell’esperienza abbia segnato la sua intera esistenza, soprattutto dopo che i media locali lo hanno reso “identificabile” nei resoconti dell’arresto di Brookes. “Ho ricevuto telefonate da colleghi che mi hanno fatto domande indiscrete e da persone che si sono messe a muggire, alludendo alle accuse [mosse a Brookes]”, ha raccontato. Tutto ciò lo ha profondamente ferito e destabilizzato, tanto da indurlo a non recarsi più al lavoro. “Ora sono disoccupato – aggiunge la vittima – e la sola idea di uscire di casa mi terrorizza”.

La compagna del malcapitato, che ha letto la sua testimonianza davanti al giudice del tribunale australiano, è scoppiata in lacrime quando ha raccontato come quell’atto bestiale abbia compromesso il rapporto con suo figlio. “Non mi sento amio agio quando lo tengo in braccio, lo coccolo o gli dico ‘ti voglio bene’ – sono le parole lette dalla donna – . Allan Brookes ha distrutto la mia vita”. Lo scorso settembre Brookes, arrestato nel 2014 all’età di 53 anni, è stato giudicato colpevole di plurimi abusi sessuali e atti osceni ai danni di minori. La sentenza definitiva è attesa per il prossimo 20 febbraio.

(Websource / Metro.co.uk)
(Websource / Metro.co.uk)

EDS