“Ho ucciso tuo figlio”. La mamma: “Non ti preoccupare…”

Danny Pruscino (Websource)
Danny Pruscino (Websource)

La storia risale al 2011 e all’epoca fece molto scalpore perché si trattava dell’ennesimo atroce delitto nei confronti di un bambino, un neonato di soli due mesi di nome Jason. Inizialmente la madre Katia Reginella aveva denunciato la scomparsa del bimbo per poi cambiare mille versioni fino alla terribile e sconcertante verità. Il piccolo appena nato fu ucciso in un momento di rabbia da Denny Pruscino che non era suo padre naturale, ma lo aveva riconosciuto dopo aver sposato la madre. La donna non partecipò attivamente all’omicidio ma secondo gli inquirenti e i giudici non fece nulla per evitarlo e poi aiutò il suo compagno a disfarsi del piccolo corpicino che fu buttato, forse ancora vivo, nel cassonetto della spazzatura vicino alla loro casa nella frazione di Piane di Morro (Ascoli Piceno). I due ora sono stati condannati. L’uomo dovrà scontare l’ergastolo e la donna 18 anni di reclusione. Per loro le accuse sono omicidio volontario in concorso aggravato dai futili motivi, dal vincolo di parentela e distruzione di cadavere. Tra le prove decisive che hanno portato a questa decisione anche le rivelazioni di alcuni compagni di cella di Denny che avrebbero raccolto un suo sfogo nel quale raccontò tutta la verità sull’omicidio. Gli avvocati dei due le hanno provate tutte per far ottenere ai loro assistiti uno sconto di pena. Il legale della mamma, l’avvocato Di Nanna, ha puntato sul fatto che non ci fosse dolo da parte della donna nell’omicidio, ma che sia entrata in scena solo quando il bimbo era già morto. Ha poi spiegato: “Purtroppo tutto nasce dal famoso interrogatorio del 21 novembre del 2011, quando cinque volte i pm le chiesero se il piccolo era ancora vivo quando lo misero nella busta di plastica e lei rispose sempre che «era già morto». Alla sesta volta – racconta l’avvocato – disse che era vivo, ma è evidente che questa risposta è stata ottenuta attraverso suggestioni, visti per altro i problemi di salute mentale certificati da un perito”. I legali di Denny, Vittorio D’Angelo e Felice Franchi, avevano invece puntato sul fatto che non essendo padre naturale del bimbo dovesse venire meno l’aggravante del vincolo di parentela.

Katia Reginella (Websource)
Katia Reginella (Websource)

F.B.