La maledizione dei fratelli Clark: ecco i delitti “inconfessabili”

(Websource / Daily Mail)
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La rivalità tra fratelli portata alle estreme – e più deteriori – conseguenze. Così si può riassumere la vicenda di Hadden e Bradfield Clark, due fratelli balzati agli onori delle cronache (nere) per delitti efferati. Il primo, 64 anni,sta attualmente scontando una condanna a 30 anni di carcere per due delitti nel Maryland: è stato infatti ritenuto colpevole dell’uccisione dell’allora 23enne Laura Houghteling nel 1992 e di Michele Dorr, una bambina di appena 6 anni, nel 1986 (meglio noto come il “killer cannibale”, seconda la Polizia ha ucciso e consumato quelle donne per diventare come loro). Il secondo, 66 anni, condannato nel 1985 per l’uccisione di Trish Mak in California, probabilmente anche per spirito di emulazione è diventato un pazzoide pluriomicida reo confesso di aver non solo strangolato la sua collega sposata e cotto diverse parti del suo corpo su un barbecue per poi mangiarle prima di andare a dormire, ma anche bevuto il sangue di una bimba di sei anni.

I due fratelli newyorchesi hanno però messo a segno una molto più lunga serie di orrendi crimini, come a volersi superare a vicenda. Cresciuti nel distretto altoborghese di Warren con altre due sorelle, appartenevano a quella che si sarebbe detta una famiglia “normale”, con padre ingegnere e madre casalinga. In realtà, la famiglia di Hadden Clark non era composta da persone normali. Sia il padre che la madre erano alcolisti ed entrambi abusavano sessualmente di tutti i figli. Quando Hadden era ancora un bambino sua madre lo vestiva addirittura da donna chiamandolo Kristen, mentre suo padre lo aveva soprannominato “ritardato”. Secondo alcuni amici d’infanzia, Hadden aveva un temperamento impulsivo. “A volte non riusciva a controllarsi. Se qualcosa non andava come voleva lui, andava su tutte le furie. Tutti i compagni se ne andavano, in attesa che si calmasse”, ha raccontato Toni Munzipapo al Washington Post. Bradfield ha poi seguito le sue orme (tentando anche di suicidarsi per sfuggire alla giustizia). Una cosa pare certa: gran parte della colpa di quanto fatto in vita loro è dei genitori, di una famiglia che mentre li violentava psicologicamente e fisicamente allevava due serial killer.

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