“Controlli solo su chi paga”: ecco cosa succederà al Fisco

fisco01gLa lotta all’evasione non sta portando i risultati sperati. L’Agenzia delle Entrate, come riporta anche un noto quotidiano nazionale, sta correndo ai ripari rivedendo il suo modo di agire perché di fatto i conti non tornano. A rendere ufficiale l’allarme è una circolare diramata in Veneto dallo stesso in cui si denuncia la difficoltà “a mettere le mani sulle cifre evase”. Le parole della circolare riportatetdal Fatto sono fin troppo chiare: “La deterrenza esercitata dall’azione di accertamento nei confronti dell’evasione di massa è del tutto insufficiente”. Di fatto l’ordine è quello di guardare altrove per recuperare il gettito evaso. L’obiettivo, spiega la direzione provinciale dell’Agenzia, è puntare ad “atti proficui”, quelli che si chiudono “con acquiescenza e rinuncia all’impugnazione o con adesione“.

La conseguenza è chiara: lasciare da parte tutti i procedimenti che invece non vengono impugnati. Secondo l’Agenzia proprio “la mancata impugnazione”, con conseguente iscrizione a ruolo “deve considerarsi estremamente negativo in quanto sintomatico del totale disinteresse del contribuente verso il controllo. Che, pertanto, non risulta produttivo di alcun apprezzabile effetto concreto, neppure di deterrenza”. Se il contribuente non impugna l’accertamento secondo l’Agenzia è del tutto inutile proseguire perché molto probabilmente il pagamento non ci sarà e di fatto “solo una minima parte degli importi a ruolo risultano poi riscossi“. Infine la circolare diventa ancora più esplicita: “Sotto i 3.500 euro per le piccole imprese, i professionisti e gli enti non commerciali” e “gli 8 mila euro per medie imprese e per accertamenti con determinazione sintetica del reddito“. Cifre inferiori a queste, si legge, “comporteranno l’accantonamento dell’attività istruttoria“.