L’allarme: “Se vince il no, ecco cosa rischiano le banche italiane”

Matteo Renzi (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
(ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Un nuovo allarme viene lanciato in queste ore dal Financial Times sulle possibili conseguenze se al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre dovesse trionfare il fronte del No, come peraltro dicono i sondaggi. A “rischio fallimento”, scrive il ‘Financial Times’, “fino a otto banche italiane in difficoltà”, in quanto l’incertezza sui mercati allontanerà eventuali investitori per ricapitalizzarle. Il quotidiano della City mette nell’elenco il Monte dei Paschi di Siena, la terza banca italiana per asset. Rischierebbero anche tre banche di medie dimensioni – ovvero Popolare di Vicenza, Veneto Banca e Carige – e quattro piccole banche salvate l’anno scorso: Banca Etruria, CariChieti, Banca delle Marche e Cariferrara.

In generale, fallirebbe il salvataggio di Montepaschi e crollerebbe la fiducia in generale “mettendo in pericolo una soluzione di mercato per le banche in difficoltà”, soprattutto se il premier Matteo Renzi si dimetterà. L’altro rischio è che le eventuali difficoltà delle otto banche possano “minacciare l’aumento di capitale di 13 miliardi di euro di Unicredit, la prima banca italiana per asset e la sua unica istituzione finanziaria di rilievo, in calendario all’inizio del 2017”. Spiega una fonte qualificata citata dal quotidiano economico: “Il nocciolo della questione è se Siena viene risolta o meno. Con Siena risolta non sono preoccupato. Con Siena irrisolta, sono preoccupato”.

Già nei giorni scorsi, Wolfgang Münchau, condirettore del Financial Times ed esperto di Unione Europea, aveva messo in guardia, spiegando che il “5 dicembre l’Europa potrebbe svegliarsi con l’immediata minaccia della disintegrazione”. L’assunto di base è che una vittoria del no galvanizzerebbe i movimenti e partiti più “populisti” e farebbe seguito all’affermazione di Donald Trump alla presidenza degli Usa e alla Brexit. Lo scenario descritto dal Financial Times si scontra però con le rassicurazioni del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio: “L’Italia rischia di uscire dall’euro se vince il No? Mi sembra una prospettiva francamente poco realistica”.

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GM