Tragedia in Sudamerica. Un aereo con 81 persone a bordo, tra le quali i componenti della squadra di calcio della serie A brasiliana Chapecoense, si è schiantato ieri sera vicino alla città colombiana di Medellin. “Confermato. L’aereo immatricolato Cp2933 trasportava la squadra Chapecoense. Apparentemente ci sono dei sopravvissuti”, è stato scritto su Twitter dall’aeroporto Cordova di Medellin subito dopo esser accaduto l’incidente. Messaggio confermato poi da una nota diramata direttamente dallo stesso aeroporto colombiano: ”Secondo le autorità, la polizia nazionale è arrivata al sito e sta mobilitando tutto l’aiuto possibile, dal momento che sei persone sono sopravvissute”. Una di queste è uno dei difensori della squadra brasiliana, si tratta di Alan Ruschel, 27 anni, terzino, ricoverato all’ospedale municipale de La Ceja. La Chapecoense avrebbe dovuto giocare mercoledì la finale della Copa Sudamericana (l’equivalente dell’Europa League) contro l’Atletico Nacional di Medellin. Il club è stato fondato nel 1973 e rappresenta la città di Chapecó, 200mila abitanti, nello stato di Santa Catarina, nel sud del paese. Pensate che nel 2009 giocava ancora nel campionato di calcio di serie D e in pochi anni aveva raggiunto grandi traguardi. In Brasile era considerata una bellissima favola, una favola che ora rischia di essere cancellata per sempre a causa di una tragedia immane. C’era grande entusiasmo per questa squadra piccola che andava a giocarsi un trofeo così importante. E’ come se una squadra medio-piccola della nostra Serie A si andasse a giocare una finale europea. Una cosa straordinaria.
“È una tragedia di proporzioni enormi”, ha detto Elkin Ospina, sindaco di La Ceja, comune vicino al luogo dell’incidente. Sembra tra l’altro che il velivolo, un RJ-85 della compagnia Lamia, aveva segnalato problemi all’impianto elettrico. È caduto in una zona montagnosa alle porte di Medellin, dopo essere partito dall’aeroporto internazionale di San Paolo, in Brasile, e aver fatto scalo in Bolivia.
Marco Orrù