
Siamo a Trieste dove si sta per consumare l’ennesimo caso di giustizia ingiusta. Protagonista di questa triste vicenda un’anziana signora di 92 anni. La donna, infatti, rischia di essere sfrattata a causa di un cavillo burocratico. La 92enne è stata da sempre molto legata alla sorella minore, che oggi ha 90 anni, tanto che anni fa, nel 1968, la più piccole delle due di comune accordo col marito decise di ospitare a casa propria la più grande.
Gli anni passano, il figlio della sorella più grande si costruisce una famiglia e va a vivere altrove. Intanto, nel 2002 la sorella 90enne decide di intestare la casa al nipote lasciando l’usufrutto su di lei. Purtroppo le condizioni fisiche di quest’ultima peggiorano sempre di più ed è costretta ad un ricovero presso una casa di riposo, di lei si occupa un amministratore di sostegno. La pensione però resta quella che è e alla fine sull’anziana comincia a pendere un debito di 30mila euro. A quel punto l’amministratore di sostegno rammendando la presenza della casa decide di intentare causa contro la sorella maggiore per chiederle 2 anni di affitto arretrati, che ammonterebbero a circa 20mila euro, una cifra insostenibile per la signora che la starebbe spingendo fuori dall’abitazione che l’ha ospitata nell’ultimo mezzo secolo. Il legale della 92enne, Francesco Miraglia in merito all’argomento si è così espresso: “Siamo di fronte a una giustizia sorda e cieca anzi, a una giustizia forte coi deboli e debole con i forti. Come si può mettere in mezzo a una strada una donna di 92 anni solo per un cavillo burocratico? Impensabile per la povera, anziana signora, poter pagare una cifra simile. E poi perché? Se la casa è ormai del figlio, perché non può continuare ad abitarci come sua ospite? Dopo 45 anni, inoltre, ha acquisito il diritto reale di abitazione”. Intanto la sentenza è stata già emessa e stando alle carte la signora entro marzo sarà costretta a lasciare tutto e ad andare in mezzo alla strada. Si spera in nuovi e positivi sviluppi.
Antonio Russo