
Durante la terza udienza del processo per l’omicidio di Fortuna Loffredo, la bimba del Parco Verde di Caivano abusata e uccisa da Raimondo Caputo, detto ‘Titò’, ha destato scalpore il racconto del dottor Nicola Balzano, medico legale che ha seguito l’autopsia sul corpo della piccola: “Quando è stata lanciata nel vuoto Fortuna era viva e cosciente. E da quello accertato non aveva subito violenze fisiche, del tipo che sono procurate quando ci si difende da un’aggressione”. Il medico ha poi spiegato che la piccola è caduta di spalle leggermente inclinata sul lato destro da un’altezza superiore di 10 metri e che presentava segni di abusi sessuali definiti “cronici”, cioè abituali, quotidiani. In aula sono stati anche sentiti il vice brigadiere che per primo effettuò la ricerca della scarpetta che mancava ai piedi della bimba al momento del ritrovamento del corpo e il tenente Luigi Carriero, all’epoca responsabile del nucleo operativo della compagnia di Casoria, colui che coordinò le prime indagini.
Presente anche l’altra imputata, l’ex convivente di Caputo, Marianna Fabozzi, mamma delle tre bambine che hanno accusato Tito’ di essere il carnefice di Fortuna. In aula c’è stata una spietata battaglia tra l’accusa e i difensori sulla determinazione esatta del punto dal quale sarebbe caduta Chicca. “Fortuna è caduta tra l’ottavo e il nono piano. E la sua posizione a terra indica senza ombra di dubbio che la bimba è stata lanciata”, questa è stata la conclusione della perizia dell’ing. Antonio Ciarlegno, il consulente della Procura, incaricato di accertare l’esatta dinamica dell’accaduto.
F.B.