
Lo scorso 18 novembre in un appartamento di corso Belgio 139 a Torino, Tullio Cantore, 52 anni, è morto in seguito ad una grave emorragia interna che in un primo momento si pensava causata da una caduta. I risultati dell’autopsia arrivati soltanto pochi giorni fa hanno però raccontato una storia completamente diversa e molto più grave. Infatti a provocare l’emorragia che ha ammazzato Tullio sono state le violenti percosse che gli ha inferto Manuel Antonio Ramirez Fuentes, peruviano di 53 anni, che ha confessato tutto dopo alcuni giorni di carcere. La vittima ,malato psichiatrico, era stata affidata proprio a Fuentes che però ha perso completamente di mano la situazione e in un raptus di follia ha iniziato a colpire il suo “paziente” con percosse indirizzate soprattutto al torace. Il peruviano ha confessato tutto davanti al Gip Anna Ricci: “Ho perso la pazienza, l’ho ucciso io” ha ammesso l’uomo assistito dall’avvocato Elena Virano. L’omicida ha poi proseguito: “Non sapevo più come fare. Nessuno mi ha mai spiegato come gestire un caso tanto difficile”. Tullio Cantore era sempre stato in comunità in seguito ai suoi seri problemi psichiatrici fino a quando l’Asl, seguendo le linee guida del progetto Iesa (Inserimento Eterofamiliare Supportato di Adulti sofferenti di disturbi psichici), aveva deciso di affidarlo proprio a Fuentes e alla sua convivente per 1.030 euro al mese.
F.B.
TUTTE LE NEWS DI OGGI – VIDEO