“Perché non mi chiami papà?”: la reazione è brutale

La piccola Sophia Acosta (foto dal web)
La piccola Sophia Acosta (foto dal web)

Christopher Cheary è un tossicodipendente che ha brutalmente violentato, torturato e poi ucciso la figlia di tre anni della sua ragazza, Sophia Acosta, il 7 maggio 2011, presso l’appartamento dove vivevano con la madre e la sorella minore. Ora rischia la pena di morte e ha spiegato alla Corte di aver agito con quella brutalità in quanto era arrabbiato per non essere stato chiamato “papà”. Il tragico evento è accaduto mentre la mamma della piccola Sophia, Erika Smith, era fuori per comprare alcuni farmaci al 26enne, che vive a Visalia, California.

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Christopher Cheary

Il giovane, dopo aver legato la bambina, l’ha prima aggredita sessualmente con un oggetto e violentata poi. I servizi di emergenza hanno trovato la piccola nuda e bagnata fradicia nel mezzo del pavimento del soggiorno. Christopher Cheary è stato condannato per omicidio di primo grado, stupro e torture all’inizio di questo mese dopo un processo di due mesi. I giurati chiedono la pena di morte, per cui il 30 gennaio verrà giustiziato. La coppia la mattina aveva litigato e la piccola Sophia Acosta era stata aggredita, quindi la donna ha pensato che il compagno potesse tranquillizzarsi assumendo eroina.

Più tardi, dopo il suo ritorno a casa, ha trovato Sophia incosciente e con il vomito intorno alla bocca. Sophia è stata portata al Kaweah Delta Hospital a Visalia e poi trasferita all’ospedale pediatrico, dove è stata dichiarata cerebralmente morta. I medici hanno detto che era chiaro che era stata torturata. La mamma di Sofia non è mai stata accusata di alcun crimine. Durante il processo, ha sostenuto di aver permesso a Cheary di andare a vivere a casa loro, nel tentativo di aiutarlo a uscire dall’eroina.

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GM