“Salvata” dai genitori: “I medici volevano staccare la spina”

(Websource / Mirror)
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Si sono rifiutati di dar retta ai medici, che avevano chiesto loro il permesso di spegnere i macchinari che tenevano in vita una delle due gemelle di cui erano appena diventati genitori, nata prematura. Ed è grazie a quella coraggiosa decisione che oggi si stanno preparando a trascorrere il loro primo Natale con la piccola Ava. Una ricorrenza che per Lauren Smith, 23 anni, e il suo compagno Graham Lucas, 27, sarà comunque in agrodolce, dato che la sorellina di Ava, Elouise, non ce l’ha fatta… Era proprio il giorno di Natale dello scorso anno quando Lauren si precipitò all’improvviso in ospedale, dopo che le si erano rotte le acque. Lei e Graham avevano appena ricevuto la notizia che le loro due gemelle erano affette dalla pericolosa sindrome da trasfusione feto-fetale.

Destini incrociati

Elouise e Ava sono nate premature alla 25° settimana, nel gennaio 2016. Entrambe sono state subito a collegate a un respiratore che le ha tenute in vita. Ma dopo 18 ore ai genitori è stato consigliato di staccare il macchinario di Elouise, che allora pesava solo 400 grammi… “La nascita delle bambine è stato il momento più traumatico della mia vita – ha raccontato la sig.ra Smith – . Non ho potuto vederle per ore, e quando me le hanno portate ho capito subito che non erano pronte ad affrontare la sfida che avevano davanti… Sono scappata dall’unità di terapia intensiva neonatale in lacrime, spaventata e sconvolta. E’ stato terribile”. Ma il peggio doveva ancora arrivare: nel giro di poche ore, infatti, la situazione è precipitata. “Ci hanno detto che Elouise stava morendo e che dovevano prendere la decisione più difficile – una decisione che nessun genitore dovrebbe mai affrontare – , cioè quella di staccare la macchine che teneva in vita nostra figlia”. Se sono riusciti a superare quella prova, nonostante il dolore e l’angoscia, è stato solo perché “dovevamo essere forti per Ava e pregare affinché tenesse duro”. Quattro settimane dopo, i medici hanno consigliato loro di staccare la spina anche al macchinario di Ava. Loro però si sono rifiutati, e la bimba ha continuato a lottare. “In quelle prime settimane il suo corpicino era stato sottoposto a mille prove, guardarlo era insopportabile”, ricorda anche Lauren. Ma “avevamo già perso Elouise e non potevamo perdere anche Ava”.

Un lungo calvario

Il calvario è durato per altre dieci settimane, passando per cinque diversi ospedali del Regno Unito, ma poi è arrivato il tanto atteso lieto fine: dopo quattro mesi, le condizioni di Ava erano abbastanza buone da autorizzare il suo rientro a casa, a Peterborough, e da quel momento i suoi progressi hanno lasciato di stucco tanto i suoi genitori che l’équipe medica. Ora Ava è a casa da sette settimane e si prepara alla visita di Babbo Natale. “Ava non ha mai smesso di combattere – conclude Lauren – e questo ci rende particolarmente orgogliosi di lei”, dice Lauren, che è poi diventata ambasciatrice del Sick Children’s Trust. Resta il dolore per la perdita di Elouise, unito però alla consapevolezza che “veglierà sulla sorellina, e sarà sempre nei nostri pensieri”.

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