
Un gruppo di 47 pazienti che presentavano un quadro clinico comune, cancro alla prostata in stadio avanzato, resistente ai trattamenti e sotto cura di enzalutamide e abiraterone (terapie a base di ormoni), ha partecipato ad una sperimentazione degli scienziati della Johns Hopkins University School of Medicine. Si tratta di pazienti che normalmente vengono definiti “incurabili”. I ricercatori hanno infatti bombardato il tumore dei pazienti con grossi quantità di testosterone. Come spiegano gli stessi scienziati “si tratta di un metodo che consiste nel bombardare il cancro, cioè esporre prepotentemente, prima ad una alta e poi ad una bassa quantità di testosterone, ridotto a sua volta dai testicoli dei pazienti che non riuscivano quindi a produrne più. Questo tipo di terapia si chiama bipolare”.
Dalle analisi effettuate in seguito alla terapia innovativa, durata circa due anni, gli scienziati hanno scoperto che in un uomo la malattia era scomparsa. “Penso che ne abbiamo curato uno – ha affermato Sam Denmeade, professore di oncologia alla Johns Hopkins University School of Medicine – i suoi livelli di antigene prostatico specifico (PSA) si è ridotto a zero dopo tre mesi di terapia ed è rimasto stabile per i successivi 22 cicli. La malattia è scomparsa del tutto”. Per quanto riguarda gli altri pazienti il cancro alla prostata si è ridotto o è rimasto stabile. Un risultato che comunque fa molto ben sperare per il futuro della ricerca in questo ambito.
F.B.