Terremoto, tardano gli aiuti e la gente è costretta a far da sé

Le macerie di Accumoli (Michele Amoruso/Pacific Press/LightRocket via Getty Images)
Le macerie di Accumoli (Michele Amoruso/Pacific Press/LightRocket via Getty Images)

Stefano Petrucci, sindaco del comune reatino di Accumoli, ha affermato in un incontro con i rappresentanti di Confindustria svoltosi nelle zone colpite dal terremoto dello scorso 24 agosto che per tornare alla normalità ci vorranno almeno 10 anni: “Saranno necessari tanto tempo e tantissimi soldi per ricostruire il paese, sto parlando di centinaia di milioni di euro”. Il summit si è svolto a margine del Programma Gestione Emergenze, un progetto messo in piedi per sostenere i territori afflitti dall’emergenza. Lo stesso discorso vale anche per le altre località devastate dal sisma e delle quali in alcuni casi non è rimasto più niente, come nel caso di Norcia e dintorni. Interi centri sono deserti e presidiati solamente dalle forze dell’ordine.

Ed ora arriva anche una grave denuncia: gli aiuti alla popolazione colpita dal terremoto tardano ad arrivare: è trascorso oltre un mese dagli spaventosi movimenti tellurici verificatisi principalmente in Umbria e nelle Marche lo scorso 30 ottobre, ma la situazione vige ancora in uno stato di immobilismo. E nel frattempo l’inverno è alle porte ma i suoi effetti già si fanno sentire, con le prime spolverate di neve e le temperature già molto basse. Le persone continuano a dormire in tende od in auto, mentre chi ha disponibilità ha deciso di fare in proprio acquistando delle casette di legno, cosa che può comportare una spesa importante anche di 8mila euro.

Va anche segnalato che pure chi ha una abitazione dichiarata agibile non pensa minimamente di rientrarvi: troppa la paura per il terremoto, con diverse scosse che periodicamente si manifestano. Entro Natale erano stati promessi l’invio e l’installazione di container, ma si stanno verificando rallentamenti nel fornire i materiali adeguati ad attenuare la sofferenza della popolazione locale, legati soprattutto a degli impedimenti burocratici: nonostante le rassicurazioni del vicepresidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, i poteri straordinari tolti alla Protezione Civile unitamente ai numerosi bandi di gara stanno provocando degli inevitabili rallentamenti. Una buona notizia invece c’è: il rifornimento idrico di diversi comuni verrà preso in carico da BrianzAcque, che opera nel Monzese e che ha ottenuto il compito di poter lavorare nelle zone del sisma comprese tra Amatrice ed Accumoli.

S.L.

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