“Sembra un corpo”, l’atroce scoperta in una cava

Carabinieri (Websource/archivio)
Carabinieri (Websource/archivio)

È stato identificato il corpo ritrovato ieri sul fondo di una cava a Cernusco sul Naviglio. Aveva le mani legate. Il corpo avvolto in un telo bianco di plastica, come quelli che ricoprono i gazebo, che impacchettava la sagoma minuta in un fagotto stretto con delle cinghie da tapparella e del filo. Poi tre grandi blocchi di cemento armato legati con delle funi, che nella testa dell’assassino dovevano essere sufficienti per mantenere il corpo immerso nell’acqua. La donna del lago è Gabriella Fabbiano, 43 anni. Dai primi accertamenti pare che la donna, con un matrimonio fallito alle spalle e due figli, avesse avuto nell’ultimo periodo relazioni con alcuni uomini. Sembra che nessuno avesse denunciato la sua scomparsa. Sul corpo non sono state trovate ferite evidenti, tranne una alla testa, ma potrebbe essere stata causata dall’urto con una pietra quando il corpo è stato gettato in acqua oppure da trascinamento sul terreno. Per capire come è stata uccisa bisognerà aspettare l’autopsia. Secondo le prime ricostruzione la donna forse è stata soffocata o strangolata, un’altra ipotesi parla anche della possibilità che sia sta narcotizzata o stordita prima di essere uccisa. Certamente è stata ammazzata altrove e lasciata nel lago della cava di Cernusco sul Naviglio, non più tardi di un paio di giorni fa, secondo il primo esame del medico legale.

È stato il proprietario dell’area ieri pomeriggio intorno alle 15 ad accorgersi di quell’involucro che si intravedeva sotto al pelo dell’acqua. “Sembra un corpo, un corpo umano”, ha raccontato ai primi soccorritori.