Si colora di giallo l’omicidio di Jennifer Sterlecchini, la ragazza sgozzata in casa del suo ex fidanzato venerdì scorso, in via dell’Acquatorbdida, a Fontanelle, quartiere di Pescara. Gli inquirenti lavorano su due tipi di ricostruzione dell’accaduto. La prima è quella venuta fuori fin da subito, ovvero l’uccisione della ragazza da parte dell’ex, mentre la seconda è quella del suicidio della stessa, dopo la tesi sostenuta dall’ex fidanzato. “Mamma, aiutami. Mi sta ammazzando! Mi sta ammazzando!”, è la frase che Jennifer avrebbe urlato, secondo il racconto della madre, al culmine della lite che gli sarebbe costata la vita. Davide Troilo, l’uomo di 32 anni che ora è in carcere e deve rispondere dell’accusa di omicidio, ha sempre sostenuto che fosse stata la ragazza a sgozzarsi da sola con un coltello da cucina al culmine della lite. Il litigio, scoppiato per motivi futili, ovvero la restituzione di un tablet comprato insieme, avrebbe portato i due ad arrivare alle mani e addirittura alle armi, il coltello che avrebbe ucciso la 26enne. L’uomo è stato interrogato per un’ora anche ieri dai magistrati abruzzesi nel reparto per detenuti dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, dove si trova per le ferite riportate in seguito alla colluttazione o, secondo gli inquirenti, per il presunto tentativo di togliersi la vita dopo essersi reso conto della morte della vittima. Massimo riserbo sulla vicenda, tanto che non si conoscono le parole pronunciate da Troilo. Tuttavia, la ricostruzione dell’imputato non sarebbe compatibile con gli elementi ritrovati sulla scena del crimine dagli inquirenti che dunque sono pronti a smentirlo davanti al giudice.
M.O.