
Aveva appena sette mesi Davide, un bimbo di Acerra stroncato da un tumore, ennesima vittima della Terra dei Fuochi, a pochi giorni da un altro bambino di 5 anni, residente a Frattaminore, anche egli ucciso da un cancro, in quella che gli antichi chiamavano ‘campania felix’, per via della salubrità e fertilità del suolo. Ai funerali del bimbo, il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, si è lasciato andare a un drammatico sfogo: “La morte di un innocente è l’ostacolo più grande alla nostra fede, ancor di più se pensiamo che è vittima innocente di un ambiente inquinato”.
Il vescovo di Acerra ha quindi aggiunto: “Non esistono parole per consolare i suoi giovani genitori in questo momento sarebbe forse più utile il silenzio. Non possiamo dire che questa è la volontà di Dio. Dio non c’entra con gli effetti perversi dell’inquinamento ambientale e del conseguente male che colpisce i piccoli della nostra terra. Perciò non possiamo rassegnarci che questo sia il prezzo da pagare allo sviluppo perverso, dobbiamo continuare la battaglia, che sarà lunga, perchè stiamo pagando il conto ad assassini che per amore del denaro hanno inquinato le nostre terre e la nostra aria. Davide, stasera, è il figlio di un popolo intero e nel suo nome continuiamo il cammino per essere sentinelle di questo territorio”.
Lunga la scia di decessi direttamente ricondubili all’inquinamento nella Terra dei Fuochi: a luglio era deceduto Antimo Flagiello, 17 anni, un ragazzo che aveva il sogno di diventare parrucchiere e che per questo frequentava una scuola professionale per realizzare il suo desiderio. Aveva soltanto 39 anni Domenico Pennacchio, sposato con Giusy e genitore di un piccolo di appena un anno: da due anni lottava contro un male che se l’è portato via lo scorso settembre nella sua abitazione di Qualiano, nel napoletano.
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GM