Rabbia ai funerali: “Non si può morire in quel modo”

Santo Parisi (foto dal web)
Santo Parisi (foto dal web)

Rabbia ai funerali di Santo Parisi, morto il 29 novembre a causa di un incidente sul lavoro avvenuto a bordo della nave “Sansovino” ormeggiata al porto di Messina. Durante i lavori di manutenzione di una cisterna del traghetto Sansovino, di proprietà della Siremar, infatti, tre marinai sono morti e un altro è rimasto intossicato. Secondo le prime ricostruzioni, fatte subito dopo l’incidente, i marinai stavano effettuando una saldatura all’interno della cisterna, dalla quale si è scatenato un principio d’incendio che ha sprigionato fumi tossici.

All’ultimo saluto a Santo Parisi, nella sua Terrasini, l’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi, ha lanciato un appello affinchè si faccia più attenzione alle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro: “E’ accaduto quello che non dovrebbe mai accadere su un posto di lavoro, dove le persone si recano per costruire un futuro sereno e più sicuro per sé e per i propri figli e contribuire al bene comune della società” – ha detto l’alto prelato durante l’omelia – “Tutte le morti sono brutte, ma quelle sul lavoro sono ancora più tragiche e non possiamo rassegnarci. Non possiamo abbassare l’attenzione”.

I familiari dell’uomo, invece, sono amareggiati e chiedono giustizia: “Noi siamo una famiglia di pescatori, quasi tutti. Eravamo dodici fratelli. Abbiamo dei figli, dei nipoti” – denuncia lo zio di Santo Parisi, Domenico – “Qui a Terrasini siamo quasi in cinquecento che facciamo parte di questa famiglia. Noi vogliamo sapere cosa è successo a mio nipote, perché è successo e vogliamo giustizia. Assurdo perdere la vita per un pezzo di pane”, è il grido di dolore dei familiari.

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GM