
Cinque anni ed il coraggio di un leone nell’affrontare il peggiore dei mali. La vita di Bradley Lowery è da sempre stata una continua lotta contro il cancro, ma l’amore dei genitori e la passione per il calcio l’hanno aiutato a restare forte ed in salute fino ad oggi. Il piccolo, come il padre, è un grande tifoso del Sunderland ed è apparso in tutte le televisioni inglesi facendo da mascotte prima del match tra la sua squadra del cuore e l’Everton. L’emozione di conoscere i suoi idoli, scendere in campo con la maglia biancorossa ed essere coccolato dai vari Defoe e Mannone sono stati dei momenti eccezionali da ricordare per sempre nella sua seppur breve vita. Oggi il padre ha annunciato che il neuroblastoma che lo affligge, una forma di cancro che attacca le cellule nervose, è radicalmente peggiorato ed al piccolo non rimangono che poche settimane di vita. Proprio per questo motivo i genitori stanno provando a raccogliere grazie a numerose donazioni una cifra tale da permettere al piccolo di sottoporsi ad trattamento speciale che potrebbe allungargli la vita. La cifra da raggiungere è ingente (circa 700mila sterline) ma è l’opzione migliore per garantire a Bradley un briciolo di speranza. Le alternative sarebbero interrompere tutti i trattamenti ed aspettare il naturale progresso del tumore senza infierire ulteriormente sul suo corpo, o continuare una chemio che però avrebbe soltanto una funzione palliativa. Il trattamento da effettuare negli Stati Uniti, invece, unirebbe alla chemio una cura di anticorpi dando al bambino qualche chance in più.
La sua storia ha però coinvolto tutto il panorama calcistico inglese. Allo “Stadium of Lights” di Sunderland il suo nome è risuonato sia tra la tifoseria di casa che quella ospite e lo stesso Everton ha donato 200 mila sterline per la sua causa. Ancor di più ha fatto uno degli storici tifosi della squadra del nord dell’Inghilterra: per spingere sia i compagni di “fede” che gli avversari a donare, ha voluto tatuarsi lo stemma degli arci rivali del Newcastle, facendo capire che davanti a problemi come quelli di Bradley non esistono colori né bandiere.