
Lo scorso 30 maggio Francesco Mocerino, ventunenne aviere di Afragola, si mise alla guida della sua Alfa Romeo 147 sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e ubriaco. Con l’auto si lanciò poi a oltre cento chilometri all’ora in un tratto di strada dove il limite è di cinquanta. Sul suo cammino folle incontrò Anastasia Donadio, una sua coetanea residente a Crispano. La ragazza era appena uscita da un bar sulla ex Statale Sannitica nel territorio di Casoria e lui la colpì in pieno. La scena fu terrificante. Anastasia rimase incastrata con la testa nel parabrezza ma il pirata della strada non accennò nemmeno a frenare. Prese a tutta velocità un dosso e solo a quel punto il corpo della povera ragazza venne scaraventato sull’asfalto. Anastasia a quel punto era già morta. Lui ovviamente non si fermò, proseguì la sua corsa e andò a casa. Proprio lì i Carabinieri lo trovarono mentre ancora dormiva stordito all’alcol e dalla droga e lo arrestarono. Francesco Mocerino, che alcuni conoscenti definiscono distrutto dall’accaduto, si trova ora agli arresti domiciliari e rischia di essere il primo condannato al massimo della pena (18 anni di reclusione) per il nuovo reato di omicidio stradale. I capi d’imputazione sono gravissimi: omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e con l’ulteriore aggravante di essersi dato alla fuga successivamente al sinistro. I legali della famiglia della vittima, l’avvocato Antonio Cantiello, che lavora insieme ai colleghi Francesco Bencivenga e Michele Annunziatella, ha detto senza mezzi termini di “puntare al massimo della pena”.

F.B.
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