“Il mio cuore spezzato da uno spazzolino”

(Websource / Sun)
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Tutto è nato dalla semplice foto di uno spazzolino da denti. Un’immagine che ha offerto a una donna lo spunto per raccontare a tutti la sua esperienza di mamma affidataria. Con un post online molto schietto e sincero, Rachel Hillestad ha rivelato cosa significa dire addio a un bambino dopo averlo tenuto in affidamento temporaneo. Tanto è bastato a suscitare un vivace e commosso dibattito in Rete. Uno spazzolino con l’immagine di Cookie Monster ha ricordato a questa donna quanto si fosse affezionata al bimbo di cui si è presa cura per poco più di due settimane. “Mi è bastato posare lo sguardo su quell’oggetto dimenticato per crollare. Mi trovavo in un parcheggio… mi sono seduta e ho cominciato a piangere a dirotto”. E dire che la loro conoscenza è stata improvvisa e fugace. “E’ stato mio per due settimane e mezzo – spiega la donna – , ma per tutti quei giorni e quelle notti l’ho visto ridere, dormire sereno invece di patire il freddo in preda al terrore, giocare per ore e ore su quella che per i miei figli è solo una stupida altalena”. “Mi chiamava mamma – aggiunge – e ogni volta che andavo via gli dicevo di stare tranquillo, perché sarei tornata, non lo avrei abbandonato”.

Rachel confessa di aver fatto del suo meglio per preparare il ragazzo alla sua nuova famiglia adottiva, ma ammette anche di far fatica a superare l'”attaccamento” che prova verso di lui: “Ero l’unica che riusciva a farlo addormentare e a indovinare la marmellata giusta per la sua colazione”. Insomma, vivere un’esperienza così intensa e vederlo poi partire è stato e continua a essere traumatico. “Mi domando dove stia ora – confida Rachel – . Mi fa visita nei sogni, e spesso mi sveglio con il viso bagnato di lacrime. Fa male. In quei momenti si fa fatica anche a respirare”. Il suo commovente messaggio, pubblicato ieri su Facebook, ha già registrato oltre 40.000 condivisioni. Migliaia di altri genitori adottivi e “addetti ai lavori” le hanno scritto parole di solidarietà e sostegno. In fondo, siamo tutti orfani di qualcuno o qualcosa…

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