Al processo particolari atroci: “Si è ispirato a Breaking Bad”

La scena del crimine (websource)
La scena del crimine (websource)

Ergastolo: questa la sentenza di condanna emessa dai giudici inglesi nei confronti di Stefano Brizzi, pistoiese di cinquanta anni residente a Londra da diverso tempo. L’uomo era accusato di aver commesso un atroce delitto, ispirandosi – come è stato sottolineato nel corso del processo – alla serie tv “Breaking Bad”. Vittima della ferocia dell’uomo è Gordon Semple, 59 anni, omosessuale dichiarato. Proprio negli ambienti gay sarebbe maturato il delitto e a denunciare la scomparsa della vittima, il quale nella vita era un poliziotto, era stato il suo compagno Gary Meeks.

Dalla ricostruzione dei fatti, pare che Stefano Brizzi, tossicodipendente da metanfetamine e molto attivo nella comunità gay londinese, era iscritto da tempo a diversi siti di incontri online. Attraverso uno di questi, avrebbe contattato e attirato nella sua trappola mortale Gordon Semple: questi era stato invitato a casa dell’italiano e qui sarebbe stato ucciso strangolandolo. Brizzi avrebbe fatto a pezzi il corpo e avrebbe tentato di scioglierlo nell’acido. Alcune parti del suo corpo sono state poi ritrovate in avanzato stato di decomposizione nell’appartamento dell’italiano a Southwark Street, un quartiere di Londra molto noto per un’attività culturale abbastanza intensa.

Stefano Brizzi non aveva infatti fatto i conti con la segnalazione di alcuni cittadini che parlavano di un forte odore provenire proprio da lì. Uno dei vicini di casa, tra l’altro, sarebbe anche andato a chiedere delucidazioni su quanto stesse accadendo: “Gli ho chiesto cosa stesse succedendo e mi ha detto che stava cucinando per un amico”. Nel corso del processo, erano anche emersi dei morsi sulla pelle dell’agente, il che ha complicato la posizione dell’italiano, accusato anche di cannibalismo, oltre che di satanismo. Infine, diverse telecamere di videosorveglianza avevano ripreso Stefano Brizzi nei giorni immediatamente precedenti al delitto, mentre faceva tutta una serie di acquisti, poi rivelatisi ‘utili’ per compiere l’atroce assassinio. La vicenda ricorda da vicino quanto avvenuto a Roma nel marzo scorso con l’omicidio di Luca Varani, anche questo maturato in ambienti gay.

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GM