
Dure critiche del Movimento 5 Stelle ai mille giorni di governo Renzi, che il premier dimesso nei giorni scorsi aveva invece esaltato anche con immagini celebrative postate sul suo profilo Facebook: “Matteo Renzi ha iniziato subito dopo le dimissioni una lunga campagna mediatica con la quale cercherà di risalire nei consensi in vista delle prossime elezioni. Il tentativo consiste nel dipingere i suoi 1000 giorni di Governo come un successo economico e politico che nella realtà non c’è mai stato. Se andiamo oltre le slide e le balle di propaganda questi sono i pessimi risultati che può vantare il Governo Renzi”, si legge su Blog di Beppe Grillo.
Vengono quindi snocciolati i dati economici, tutt’altro che positivi: “”66 miliardi di euro in più di debito pubblico, dai 2.146 dell’aprile 2014 ai 2.212 del settembre 2016. Vuol dire che ogni giorno di Renzi al governo ci è costato 66 milioni di euro debito pubblico. 55 miliardi di euro in più di tasse, dai 438 miliardi di entrate tributarie del bilancio 2014 ai 493 programmati per il 2017. I poveri ai massimi storici, con il 28,7% degli italiani a rischio di povertà o esclusione sociale (17 milioni e 469 mila persone) e 8,3 milioni di poveri effettivi (il 13,7% della popolazione, in continua crescita)”.
Spazio poi ai dati disastrosi che parlano di imprese fallite, aumento della disoccupazione e del precariato e di sanità al collasso: “I fallimenti a tappeto delle imprese, 15 mila nel 2014, 14 mila e 700 nel 2015 e 3,6 mila nel solo primo quarto del 2016. I numeri salgono vertiginosamente se ai fallimenti si aggiungono le liquidazioni volontarie ed altre procedure concorsuali, con 104 mila imprese all’aria nel 2014 e 96 mila nel 2015. Un tessuto produttivo distrutto. I disoccupati, i precari e gli inattivi a livelli stratosferici, se infatti il tasso di disoccupazione ufficiale sembra sceso, rimanendo comunque altissimo all’11,6%, va detto che sono esplosi i voucher venduti dalle imprese (dai 69 milioni del 2014 ai 114,9 milioni del 2015) e che gli inattivi sono ancora più di 3 milioni, per un tasso di disoccupazione reale sopra al 20% e vicino ai livelli della Spagna e della Grecia. La sanità al collasso, con 4,3 miliardi di euro di tagli nel solo biennio 2015-2016 e altri 13 miliardi di tagli programmati per gli anni successivi”.
A peggiorare la situazione, spiega il Movimento 5 Stelle nel lungo post per mettere in luce gli insuccessi del governo Renzi, anche le riforme e le leggi approvate: “Il Jobs Act ha trasformato il contratto a tempo indeterminato in contratto a tutele crescenti, che per i primi 3 anni di impiego è un contratto precario in piena regola; inoltre appena sono diminuiti i costosissimi incentivi alle assunzioni col nuovo contratto i licenziamenti sono aumentati (+7,4% nel secondo semestre 2016 rispetto ad un anno prima) e il ritmo delle assunzioni a tutele crescenti è crollato (-32.9% nei primi 8 mesi del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015); la Buona Scuola ha iniziato la privatizzazione dell’istruzione, col Preside-Manager che per attrarre i fondi necessari all’attività didattica deve aprirsi agli investimenti interessati delle grandi imprese e può decidere il destino dei professori; l’abolizione dell’articolo 18 che unita al Jobs Act spoglia i lavoratori di ogni diritto; lo Sblocca Italia che permette al Governo di trivellare, inquinare e distruggere il territorio con sempre più facilità; i decreti salva banche che hanno messo sul lastrico migliaia di risparmiatori per salvare istituti decotti, compreso quello del papà della Ministra Boschi e, per finire, la finta lotta all’evasione e alla corruzione, che ha lasciato il posto a nuovi condoni e sanatorie (come la voluntary disclosure) e all’aumento delle soglie di non punibilità per i reati fiscali”.
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GM