Tenta il suicidio, nessuno avvisa i genitori: poi il disastro

Niall Paraskos (Websource)
Niall Paraskos (Websource)

Niall Parakos aveva solo 21 anni e da almeno tre combatteva contro una fortissima depressione. Era stato in cura da medici e psicologi, ma non aveva raccontato nulla del suo dramma alla famiglia per timore di deludere e far soffrire i parenti e chi lo amava. Quando ci si isola e non si chiede aiuto anche a chi ti sta vicino è un bruttissimo segno e infatti per il povero Niall la situazione è precipitata. Il ragazzo ha iniziato una serie di “cure” fai da te acquistando e utilizzando medicine prese online, ma soprattutto rifugiandosi anche nelle droghe sintetiche come l’ecstasy. Niall cercava in questo modo una via per la salvezza e la forza per completare il suo percorso di studi universitari. Invece ha trovato solo la strada per la morte. Infatti il 21enne si è gettato da un ponte appena dopo aver lasciato questo messaggio su Facebook: “Voglio solo dire grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato in questo periodo difficile. Per favore, nessuno si colpevolizzi ulteriormente per quanto accaduto e diffondete le note che ho lasciato sul mio computer. Mi dispiace non essere stato più forte. Spero che la prossima persona che cerca aiuto abbia miglior fortuna”. Le autorità non hanno voluto catalogare la sua morte come suicidio poiché hanno detto dopo l’autopsia che la quantità di droga che aveva in corpo sarebbe bastata già di per sè ad ucciderlo. Quello che è emerso dopo il dramma accaduto a marzo ha ancora più dell’incredibile. Infatti la famiglia, devastata dal dolore, accusa pesantemente i vertici della Northumbria University che non avevano informato i genitori di un precedente tentativo di suicidio da parte del figlio. Gli psicologi dell’istituto e le autorità per la salute mentale che avevano analizzato il suo caso non avevano considerato come rischio immediato il fatto che potesse riprovarci e avevano attribuito il suo atteggiamento soltanto al consumo di droghe.

F.B.