
Anna Frank non fu scoperta a seguito di un tradimento, ma per puro caso. Ad avanzare questa nuova teoria è uno studio promosso da Ronald Leopold, direttore esecutivo della casa-museo di Amsterdam dedicata alla giovane ebrea morta nei campi di concentramento, la cui storia ha fatto e continua a far commuovere il mondo. “La domanda è sempre stata: ‘chi ha tradito Anna Frank e gli altri?’. In base alle nostre ricerche potrebbe non essere stato nessuno”, spiega lo studioso: il rifugio nel quale si trovava Anna Frank potrebbe essere stato perquisito “per lavoro illegale”, e non perché si cercassero persone nascoste.
Secondo la ricostruzione finora più accreditata della vicenda, a causare la cattura di Frank fu una chiamata anonima arrivata alla polizia: un “traditore” avrebbe rivelato il nascondiglio al numero 263 di Prinsengracht nel quale lei e gli altri avevano vissuto per oltre due anni. Analizzando il diario della povera Anna, tuttavia, i ricercatori hanno ora scoperto che in quel posto si svolgevano attività lavorative illegali. il 10 marzo 1944, in particolare, Anna racconta dell’arresto di due uomini. Di più: analizzando i verbali giudiziari e della polizia è poi emerso che la pattuglia che ha catturato Frank non era generalmente “impiegata” nella caccia agli ebrei, ma lavorava soprattutto su casi che riguardavano frodi, titoli e gioielli. La Polizia, poi, trascorse oltre due ore in quel rifugio, molto più di quante ne sarebbero servite se avessero saputo da subito chi catturare e dove. Le conclusioni non sono ancora definitive e ufficiali, ma secondo gli studiosi le prove raccolte sono chiare ed evidenti: “L’ipotesi del tradimento non è stata del tutto esclusa, ma chiaramente ancora non è stata fatta piena luce su ciò che accadde quel fatidico giorno del 1944”, conclude Leopold.
EDS