
Ancora accuse contro Virginia Raggi, che sarebbe addirittura pronta ad abbandonare il Movimento 5 Stelle, prima che la decisione arrivi dall’alto. Ieri mattina, i carabinieri del Ros hanno arrestato con l’accusa di corruzione Raffaele Marra. L’accusa è di aver intascato una tangente quando lavorava all’Enasarco, mentre in precedenza era esploso il caso delle dimissioni dell’assessore Muraro, peraltro già da settimane nell’occhio del ciclone. Nel frattempo, l”ufficio stampa e comunicazione dei Cinque Stelle lascia trapelare tutta la rabbia del comico per un avviso di garanzia relativo ad un presunto abuso d’ufficio sulle nomine in Campidoglio.
In queste ore, la senatrice dem Monica Cirinnà pubblica sul proprio sito il contratto firmato da Virginia Raggi con la Casaleggio Associati e passa all’attacco assieme all’avvocato Venerando Monello: “Gli arresti al Comune di Roma stanno svelando la realtà dell’amministrazione grillina un pericoloso intrigo ai danni dei cittadini che trova origine nel purtroppo famoso, ma mai reso pubblico, contratto firmato da Raggi con a Casaleggio Associati. Per questo con l’avvocato Monello e la deputata Stella Bianchi abbiamo presentato ricorso alla magistratura, per accertare e ripristinare la legalità”. Prosegue la parlamentare Pd: “Ho preteso il deposito dell’originale di quel contratto che, come si può vedere, è ben diverso da quello diffuso dal blog di Grilo”.
Poi insiste: “L’originale è differente da quello pubblicato in rete nella parte che contiene l’accettazione espressa da parte di Raggi di alcune clausole vessatorie, tra le quali la penale da 150mila euro. Altro che impegno di natura etica e non giuridica come si sono affrettati a definirlo le difese. Sussistono, quindi, a nostro parere tutti gli elementi per dichiarare nullo il contratte e ineleggibile la sindaca. Farebbe meglio a lasciare la poltrona volontariamente, prima che a costringerla sia una sentenza”. La replica arriva per bocca del legale di Virginia Raggi, Ervin Rupnik: “Sonoramente sconfitti alle urne, i dem cercano di rivalersi con un ricorso fondato su argomentazioni politiche e non giuridiche”. E aggiunge: “I fatti eccepiti risultano fantasiosi e sprovvisti di ogni fondamento giuridico. Il codice di comportamento M5S è ben lungi dall’essere l’accordo di un’associazione segreta, come romanzescamente asserito dal ricorrente”. Sulla vicenda, il 13 gennaio si pronuncerà il Tribunale Civile di Roma.
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GM