
Lavorava con i malati, Aurelio Bertolotti, detto Elio, ma voleva fare qualcosa per i bambini del mondo. Era infermiere al Mondino ma nel tempo libero dipingeva, leggeva e scriveva. Così ha deciso di lasciare tutti i suoi averi all’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia che dal 1946 lavora per ridurre la mortalità infantile, la povertà e la fame, permettendo a bambini di tutto il mondo di andare a scuola e di combattere l’Hiv/Aids, la malaria e altre malattie. La sua Fiat 600, i suoi quadri e 137mila euro. Bertolotti ha deciso di lasciare tutto a loro. Sabato e domenica i suoi quadri saranno in mostra a Santa Maria Gualtieri. Elio Bertolotti è morto nel 2015 a 73 anni e quando Rita Vitali, la presidente del Comitato locale Unicef Pavia insieme al notaio Giorgio Beluffi ha aperto la porta di casa sua per l’esecuzione testamentaria, si è trovata davanti una specie di galleria d’arte. Bertolotti ha dipinto tutta la vita: scorci, paesaggi, persone, emozioni astratte. “Bertolotti faceva l’infermiere perché voleva avere un lavoro sicuro ma per anni aveva fatto il figurinista per alcune case di moda a Milano”, ha spiegato la Vitali. “Era schivo, solitario. I suoi quadri parlano di emozioni. Teneva un quaderno su cui annotava tutto. Appunti, riflessioni, proverbi, episodi dell’infanzia e della vita. Racconti sui genitori. Studiava da autodidatta informatica e non solo, in casa aveva libri di psicologia di Silvia Vegetti Finzi, libri di pittura”, prosegue ancora. Una lettera trovata nella sua abitazione spiegava perché voleva lasciare tutto ai bambini poveri del mondo. E poi ancora, citazioni di Hegel, Spinoza, Adorno, Kennedy. “Ha annotato anche questa, di Kennedy”, mostra la Vitali, “Il Pil, prodotto interno lordo, misura tutto, tranne ciò per cui vale la pena vivere”. Infatti, ha aggiunto, non misura la libertà, la felicità, la serenità, la gentilezza, il rispetto, l’amore, eccetera”. Di quello che ha lasciato Elio non ha beneficiato solo l’Unicef. Grazie all’intervento di Vitali i mobili sono stati usati nella Casa delle associazioni di San Martino Siccomario.
BC