
Il referendum che ha bocciato la riforma costituzionale ormai è alle spalle, tutto è rimasto com’era prima dal punto di vista legislativo, ma tutto è cambiato dato che il governo Renzi non c’è più e il terremoto politico che si è creato dopo il voto ha prodotto la nascita del governo Gentiloni. A breve però potrebbe esserci un nuovo referendum che potenzialmente sarà in grado di cambiare nuovamente l’Italia e riportarla all’era pre-Renzi. Si tratta della consultazione promossa dalla Cgil sul lavoro che mira a cancellare alcune parti del Jobs Act e della legge Biagi e prevede tre quesiti che sono attualmente al vaglio della Corte Costituzionale: reintegro ed estensione dell’articolo 18, cancellazione dei voucher, reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti. Entrando nel dettaglio il primo quesito riguarda l’abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi, contenute nel Jobs act e se avesse successo in caso di licenziamento disciplinare giudicato illegittimo, si avrebbe il reintegro nel posto di lavoro, un diritto che viene esteso anche alle aziende con meno di 15 dipendenti. Il secondo quesito richiede l’abrogazione di parte dell’art. 29 della Legge Biagi e in sostanza prevede che ci sia un’uguale responsabilità, in tutto e per tutto, tra appaltatore e appaltante nei confronti di tutto ciò che succede nei rapporti di lavoro. L’ultimo è il quesito sui famigerati voucher, i buoni utilizzati come sistema di pagamento per il lavoro occasionale di tipo accessorio, creati per cercare di regolarizzare le piccoli mansioni pagate da sempre in nero. Secondo la Cgil, che ne vuole l’abrogazione, attraverso i voucher il lavoratore accetta impieghi barattati al ribasso e vede azzerati i propri diritti con una risibile contribuzione ai fini previdenziali.
F.B.