
Quando si finisce nelle maglie della giustizia e di un processo non si sa mai come andrà a finire e in quanto tempo. Se poi ci si affida ad un avvocato un po’ “sbadato” i rischi aumentano notevolmente. E’ quanto accaduto ad H.S., un albanese residente a San Benedetto del Tronto che il 10 maggio 2013 venne fermato a un posto di blocco. La polizia trovò un tasso alcolemico di 0,5 superiore al massimo consentito e all’uomo fu ritirata la patente e sequestrata l’auto. L’uomo, 56 anni, assistito da un avvocato d’ufficio fu condannato nel 2015 a 8 mesi di reclusione. Il legale si dimenticò di fare appello e così la pena divenne definitiva ed esecutiva. Non essendo stata sospesa nei tempi previsti la condanna l’albanese è così finito dietro le sbarre dove tuttora si trova per scontare i suoi 8 mesi di galera. L’avvocato Umberto Gramenzi, subentrato al collega nominato d’ufficio, commenta così: “Ci troviamo al cospetto di uno dei tanti casi in cui si finisce in carcere per poco. Accade spesso che certe vicende giudiziarie vengano sottovalutate dai difensori d’ufficio che vengono di volta in volta nominati dal tribunale e che per mera negligenza non presentano ricorso”.
F.B.