
“Bisogna intensificare l’attività di sorveglianza”, questo l’ennesimo allarme dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) riguardo il vulcano Flegreo, uno dei dieci supervulcani esistenti al mondo. Già tra l’82 e l’84 una crisi sismica mise in ginocchio l’intera area, determinando l’evacuazione di migliaia di persone. Nei giorni scorsi, era apparsa una ricerca dell’Ingv sulla rivista Nature, secondo la quale i gas rilasciati dal magma potrebbero raggiungere un livello di pressione critico, al punto da risvegliare il supervulcano. La ricerca, coordinata da Giovanni Chiodini e condotta insieme alle università di Palermo, Roma Tre e Savoia in Francia, ha cercato di fissare il possibile “punto critico” che renderebbe instabile tutto il sistema.
“Raggiunte le condizioni critiche – spiega Chiodini – il magma rilascia grandi quantità di vapore”. Due sono gli scenari all’orizzonte per questo vulcano, che 39mila anni fa ha provocato l’eruzione più potente del pianeta negli ultimi 200mila anni, ricoprendo delle sue ceneri l’Europa fino a Mosca. Se da un lato si teme infatti un’eruzione, dall’altro potrebbe esserci un aumento della viscosità del magma, e quindi la fine della sua risalita. Il livello di allerta nella zona è salito da verde a giallo già nel 2012 e grande è l’attenzione per un’area abitata da mezzo milione di abitanti.
Al momento, il magma è risalito a 3-4 chilometri dalla superficie, come avvenuto nel 1538, quando avvenne l’ultima eruzione, detta del Monte Nuovo. Chiodini ha rilevato: “Il possibile avvicinarsi del magma alle condizioni di pressione critica può spiegare l’attuale accelerazione delle deformazioni del suolo, il recente incremento delle scosse di terremoto e l’aumento dei gas più sensibili agli incrementi di temperatura”. In sostanza, non è del Vesuvio, ma del vulcano Flegreo che gli abitanti della zona devono preoccuparsi.
Peraltro, dal monitoraggio portato avanti dai satelliti CosmoSkyMed, dall’Istituto Irea del Cnr e dalla stessa Ingv, si è evidenziato che dal 2005 il suolo si è rialzato di altri 40 centimetri, seguito millimetro per millimetro. A questo si aggiungono una serie di piccole scosse che dimostrano come il vulcano Flegreo potrebbe aver voglia di risvegliarsi. Dichiarò alla Reuters qualche anno fa Giuseppe De Natale, il direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv: “Sarebbe come come l’arrivo di un grande meteorite. Un’eventualità tanto rara quanto catastrofica”.
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GM