
Dopo il crollo della palazzina di Acilia (Roma) dello scorso 28 dicembre a causa del quale sono morte Debora Catinari e sua figlia Aurora si cerca ancora di capire le esatte dinamiche e responsabilità. Il cerchio si chiude però attorno alla famiglia cingalese che teneva in casa le bombole di gas che avrebbero provocato la tremenda deflagrazione. I tre vicini di casa originari dello Sri-Lanka potrebbero ora finire sotto accusa per omicidio plurimo aggravato. Tra l’altro emergono alcuni dettagli sull’intera vicenda. La famiglia Catinari era proprietaria dell’intero palazzo e in uno degli appartamenti vivevano anche i tre cingalesi. La famiglia dello Sri Lanka però non paga da tempo né l’affitto né le bollette di luce e gas e per questo motivo la società aveva deciso di sospendergli la fornitura. Da qui l’idea di munirsi di bombole di gas per riscaldarsi e per cucinare. Inoltre pochi giorni prima della tragedia i cingalesi avrebbero litigato con i Catinari proprio perché tenevano quelle bombole in condizioni molto pericolose, anche sul balcone e a contatto con fonti di calore e i proprietari di casa se ne erano resi conto.
Siccome le esplosioni sono state due si sta indagando anche su una seconda detonazione che potrebbe essere stata innescata da alcune bombole di ossigeno trovate nel sottostante studio dentistico.
F.B.