Muore una giovane nel centro per migranti, scatta la rivolta. Il prefetto Bozzi: ”Situazione insostenibile”

(repertorio, AFP/Getty Images)

Lunghissimi momenti di tensione si sono registrati stanotte al centro di prima accoglienza di Cona, in provincia di Venezia, a causa del decesso di una giovane ivoriana di 25 anni. Sul posto sono intervenuti carabinieri e polizia, che hanno dovuto faticare a lungo per provare a portare la situazione alla normalità. Secondo la ricostruzione, la giovane donna è stata soccorsa dai medici del Suem dopo una telefonata arrivata al 118, che però all’arrivo l’hanno trovata riversa in bagno priva di conoscenza e, nonostante le manovre di rianimazione e il trasporto al Pronto Soccorso, per lei non c’è stato nulla da fare. Immediatamente gli altri migranti hanno denunciato ritardi nei soccorsi ed è scattata una vera e propria rivolta, con 25 operatori della struttura di accoglienza che sono stati bloccati per ore e liberati soltanto in piena notte, dopo le due.

Il decesso della donna è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, poi è scattata la protesta con mobilio e oggetti dati alle fiamme. Gli operatori si erano rifugiati in altri locali della struttura e qui praticamente assediati e impossibilitati ad andare via, finché, appunto, l’intervento delle forze dell’ordine non ha riportato tutto alla calma. Il tutto è avvenuto a poche ore da queste parole del nuovo prefetto di Venezia, Carlo Boffi, che aveva allarmato tutti: “La zona deve sostenere un peso rilevante di migranti, per cui spero di riuscire ad alleggerirne la presenza, vedendo se è possibile una distribuzione diversa”. Il prefetto aveva insistito: “In generale, il problema delle migrazioni è il problema dei problemi, per l’Italia e l’Unione europea, un fenomeno biblico estremamente complesso, anche perché il nostro Paese ha il problema di essere una piattaforma sul mare e quindi non si possono tecnicamente chiudere le nostre frontiere. E il problema vero è quello legato al rimpatrio delle persone irregolarmente presenti sul territorio, essendo necessari degli accordi internazionali specifici”. E poche ore dopo, puntualmente, si è verificata una situazione che certamente in qualche modo il prefetto Boffi aveva avuto modo di prevedere, dato il livello di sopportazione ormai arrivato al limite della struttura in cui soggiornano i migranti.

Marco Orrù