
Nelle scorse ore, il neopresidente Usa, Donald Trump, ha criticato la Germania e la Merkel, soprattutto per aver permesso l’ingresso di un milione di immigrati nel Paese, definendolo “un errore catastrofico”. Questo errore, secondo lui, ha aumentato tantissimo il rischio terrorismo in Germania e più in generale in tutta Europa, quindi ha bollato l’Ue come “un mezzo per raggiungere i fini della Germania”, elogiando al contempo la Brexit. Da parte sua, Angela Merkel ha replicato alle accuse: “Penso che noi europei abbiamo il nostro destino nelle nostre mani”.
“Continuerò a impegnarmi affinché i 27 Stati membri collaborino in modo intenso e soprattutto rivolto al futuro”, ha aggiunto la cancelliera, sottolineando di aspettare “l’insediamento del presidente americano”, a quel punto “coopereremo con la nuova amministrazione e vedremo che tipo di intese possiamo raggiungere”. La Merkel definisce inoltre la lotta al terrorismo “una sfida globale”, ma “separerei nettamente tale questione da quella dei rifugiati”.
Con la cancelliera si schierano molti leader non solo europei: il segretario di Stato uscente John Kerry ha difeso come “coraggiose” le sue scelte sui profughi, definendo al contrario “inopportune” le parole di Donald Trump, il quale si insedierà tra pochi giorni. Duro anche il presidente francese Hollande: “L’Europa sarà sempre pronta a proseguire la cooperazione transatlantica, ma questa si determinerà in funzione dei suoi interessi e dei suoi valori. Non ha bisogno di consigli dall’esterno che le dicano cosa fare”.
Sul fronte interno, anche il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha rivelato che alla Nato e alla Ue c’è preoccupazione per le dichiarazioni di Trump. Quindi il presidente dell’associazione costruttori, Matthias Wissmann: “Gli Usa si darebbero la zappa sui piedi introducendo dazi o altre barriere al commercio”. Coi dazi “l’industria automobilistica Usa diventerebbe peggiore, più debole e più cara”, ha chiosato il ministro dell’Economia Sigmar Gabriel.
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GM