
Prosegue il recupero delle vittime dell’Hotel Rigopiano: sette i cadaveri trovati nelle ultime ore e il bilancio sale ora a 14 persone rimaste uccise. Nel primo pomeriggio di ieri, i vigili del fuoco hanno individuato ed estratto dalle macerie il corpo di una donna, identificata in Linda Salzetta, sorella del manutentore dell’albergo che si salvò perché era fuori dall’edificio al momento della tragedia. Tra stanotte e stamattina recuperati poi altri sei corpi privi di vita. Non si placano intanto le polemiche, portate avanti tra gli altri dai vigili del fuoco, che lamentano carenza di organico e condizioni di lavoro precarie, tanto da non avere a disposizione nemmeno un bagno chimico.
Quella delle condizioni in cui si trovano a operare i vigili del fuoco è una questione annosa: a fine ottobre 2014, c’era stata la protesta di un nutrito gruppo di vigili del fuoco precari, provenienti in particolare dal Sud Italia, che avevano sollecitato: “Richiediamo un diritto al lavoro, siamo precari con contratti a tempo determinato per 20 giorni, rinnovabili per altri 20 giorno, per un massimo di 80. Non riusciamo ad andare avanti, chiudiamo l’anno con 5 mila, 8 mila euro l’anno”. Un anno dopo, la nuova protesta da parte dei vigili del fuoco, che al momento della lettura del messaggio di Angelino Alfano, in occasione della festa di Santa Barbara, protettrice del corpo, hanno voltato le spalle.
Qualche mese fa, il sindacalista USB Antonio Jiritano aveva denunciato: “Si apre in questi giorni il confronto del Governo con le solite parti sociali in merito al riconoscimento di lavori usuranti e, come al solito, i Vigili del Fuoco vengono esclusi”. Erano i giorni in cui l’allora premier Matteo Renzi si faceva immortalare coi pompieri ad Amatrice, ma ai selfie non sono mai seguiti i fatti, spiegava il sindacalista: “Bel ringraziamento per il prezioso lavoro svolto dal Corpo Nazionale, se Renzi non ha capito che la nostra non solo è una categoria usurante, ma particolarmente e altamente usurante, glielo spieghiamo noi”.
Qualcosa sembra muoversi
L’esponente Usb aveva rilevato: “Perché lavoriamo di notte, perché in emergenza lavoriamo di notte, di giorno, di festivo e senza riposo; perché lasciamo le nostre residenze per spostarci dove il soccorso ce lo richiede; perché guidiamo mezzi pesanti sotto la nostra diretta responsabilità; perché scaviamo con le mani per salvare una vita umana; perché non abbiamo misure idonee per pervenire eventuali rischi insiti nello stesso svolgimento dell’attività di soccorso, che ogni giorno ci mette in contatto con sostanze velenose e nocive e ci fa respirare fumi ed esalazioni perniciose”.
“Insomma” – conclude Jiritano – “siamo sottoposti ad un impegno psicofisico intenso e continuativo ed invitiamo il Governo a leggere le statistiche sulla nostra ridotta aspettativa di vita o sull’elevata frequenza di infortuni e morte”. La protesta dei vigili del fuoco è arrivata in Parlamento: poco più di un mese fa, la senatrice Rosetta Enza Blundo e uno sparuto gruppo di esponenti del Movimento 5 Stelle hanno infatti depositato un disegno di legge dal titolo “Disposizioni volte all’allineamento del trattamento retributivo del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco con quello percepito dal personale delle Forze di polizia”. Chissà se dopo questo ennesimo sacrificio del corpo nazionale dei vigili del fuoco, in prima linea a Rigopiano, l’iter parlamentare non venga finalmente accelerato.
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GM