Rigopiano, ecco quello che hanno fatto davvero i soccorritori

I soccorsi al Rigopiano (Websource/archivio)

Si sono definitivamente concluse le operazioni di recupero delle vittime dell’hotel Rigopiano e dunque la «zona rossa» è stata chiusa. Sarà ancora presidiata per qualche giorno finché non sarà conclusa la seconda fase, quella di smontaggio di tutte le attrezzature utilizzate dai soccorritori. Così, mentre arrivano indiscrezioni dalle autopsie sulle 29 vittime, si possono tirare le somme dello straordinario lavoro fatto dai Vigili del Fuoco. Gli uomini del soccorso hanno ispezionato ogni angolo di quell’ammasso di macerie con sonde e rilevatori Recco (un sistema elettronico che serve per ritrovare tempestivamente persone sepolte nella neve in seguito a una valanga). La struttura alberghiera, o quel che rimaneva di essa, è stata smontata pezzo per pezzo per poter arrivare dove erano intrappolate le persone. Lo spessore delle neve che ha travolto il tetto della costruzione, in alcuni punti superava anche gli 8 metri.

Le operazioni di sgombero sono state condotte in larga parte manualmente per mezzo di pale e picconi. Le uniche stanze non coinvolte dalla slavina sono state le cantine e il centro benessere, ma purtroppo la maggior parte delle persone si trovava nella hall al momento della slavina. I soccorritori sono arrivati nel cuore dell’albergo calandosi attraverso buchi di appena 30 centimetri. Sul luogo della tragedia hanno lavorato senza sosta per 7 giorni oltre 200 uomini. Tra loro gli uomini del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, i militari del Nono Reggimento Alpini dell’Aquila, Vigili del fuoco, poliziotti, carabinieri, uomini del Soccorso Alpino, medici, paramedici e volontari della Protezione Civile. Insieme a loro anche i cani delle unità cinofile Gdf dell’Aquila.

“Le operazioni di soccorso all’hotel Rigopiano sono state tra le più complesse che abbiamo mai gestito – ha dichiarato il direttore centrale delle emergenze dei Vigili del fuoco, Giuseppe Romano -. Abbiamo dovuto affrontare un crollo di un edificio di 4 piani sotto una valanga in uno scenario di terremoto, con l’impossibilità di arrivare sia via terra che via aria e con le comunicazioni difficili”.

F.B.
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