
“Stavo dormendo quando mio padre ha allungato le mani sul mio seno. Si è avvicinato mentre stava guardando un film porno. L’ho dovuto scansare a forza per allontanarlo da me”. E’ questa la confessione choc che una ragazzina di 13 anni, oggi ne ha 17, fece nel 2013 alle sue insegnanti. Loro avvisarono subito i servizi sociali e così partì tutto l’iter giudiziario. A quattro anni di distanza da quel momento in cui la piccola trovò il coraggio di parlare suo padre, un 50enne di Senigallia (Ancona), sta affrontando il processo con la pesantissima accusa di violenza sessuale aggravata.
L’uomo, difeso dall’avvocato Antonino Di Renzo Mannino, era però assente in aula ieri per la prima udienza mentre la moglie, costituitasi parte civile tramite l’avvocato Corrado Canafoglia, era lì ad ascoltare ciò che suo marito fece alla loro bimba. Le violenze sarebbero avvenute in un periodo nel quale la figlia viveva col padre e la nonna paterna. Per quel che è accaduto la donna chiede un risarcimento di 50mila euro. Una psicologa, consulente della procura, ha spiegato ciò che è successo all’allora 13enne: “La ragazzina mi aveva riferito che la nonna non esitava a maltrattarla. A volte la fustigava sbattendole lo straccio bagnato sulle gambe, delle altre la costringeva a svolgere le faccende domestiche, facendole così trascurare l’attività didattica. A proposito dell’abuso non è mai scesa in particolari. All’epoca dei colloqui, mi aveva detto che mentre si trovava sul letto il padre le aveva toccato il seno”.
Dall’udienza è emerso che l’uomo faceva anche uso abituale di cocaina e non si esclude che possa aver agito contro la figlia anche sotto l’effetto di quella sostanza. In aula ha parlato anche l’insegnante che raccolse le prime timorose testimonianze della giovane: “Il padre la faceva oggetto di attenzioni morbose palpandola nelle parti intime. Mi aveva anche accennato alla visione di film pornografici”.
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F.B.