Caso Maria Ungureanu, clamorosa svolta: niente arresto per i fratelli Ciocan

(Websource / archivio)

Clamorosa svolta nel caso Maria Ungureanu. Per la terza volta è stata respinta la richiesta di arresto per Daniel Ciocan e sua sorella, accusati dell’omicidio della bimba rumena. Il Riesame ha dato ragione alla consulente della difesa, Ursula Franco, che ha sempre sostenuto l’assenza di prove contro i due indagati. E così Daniel Ciocan, il 21enne rumeno indagato a piede libero per presunto stupro e omicidio, e la sorella 30enne Maria Cristina, sospettata di concorso in omicidio, restano in libertà.

Come molti di voi ricorderanno, la piccola Maria fu ritrovata esanime e senza vestiti nella piscina di un resort a San Salvatore Telesino (Benevento) il 19 giugno di un anno fa. Per la procura si è trattato di un omicidio, mentre per i difensori dei Ciocan di un tragico incidente. Ieri, 9 giugno, il Tribunale del Riesame di Napoli infatti ha pertanto rigettato il ricorso della Procura della Repubblica contro l’ordinanza del Gip del Tribunale di Benevento, che aveva già respinto la richiesta di arresto nei confronti degli indagati.

Quella prova mancante
In un post su Facebook Ursula Franco, criminologa della difesa di Daniel e Maria Cristina Ciocan, ha ribadito quanto sostenuto fin dal primo momento: “Manca la prova che si sia trattato di un omicidio, non ci sono elementi per affermare che sia stato Daniel a commettere la violenza – ha scritto – . E, soprattutto, non sono state battute piste alternative. Ecco perché, in soldoni, il Riesame ha respinto l’appello del pm Maria Scamarcio e del Procuratore aggiunto Giovanni Conzo contro la decisione con la quale il gip Flavio Cusani, nel dicembre 2016” aveva detto no (come già 6 mesi prima) all’arresto degli indagati per insussistenza dei gravi indizi.

Entrando nel merito degli abusi inflitti alla piccola vittima, la consulente della difesa ha evidenziato le ragioni del Riesame, che nell’ordinanza di rigetto ha osservato che “risulta inoltre trascurata una importante pista investigativa, connessa a certi comportamenti dei genitori”. Un punto a favore dei difensori degli indagati, Salvatore Verrillo e Giuseppe Maturo, dunque, che hanno sempre smantellato l’impianto accusatorio messo in piedi dalla Procura di Benevento. La decisione del Riesame è motivata dal fatto che “l’accusa si fonda su un complesso di elementi nessuno dei quali di per sé interamente dimostrato […]. La gravità dei fatti e la pena per la sorte della povera vittima non giustificano peraltro scorciatoie, né una meno rigorosa valutazione della prova. Ne segue che l’appello del pm debba essere respinto”.

Maria Ungureanu è davvero morta accidentalmente, come sostengono i difensori degli indagati? E chi, fino a qualche ora prima che morisse, abusò di lei? L’unica certezza a tutt’oggi è che non vi è alcuna prova schiacciante contro Daniel e Maria Cristina Ciocan, e dunque nessun elemento oggettivo a riprova della tesi dell’omicidio.

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EDS