
Purtroppo è arrivata l’ufficialità della morte di Gloria Trevisan e Marco Gottardi, i due giovani italiani che risultavano nell’incendio alla Grenfell Tower, grattacielo residenziale di 24 piani a North Kensigton, nel cuore di Londra. La conferma è arrivata poco fa dall’avvocato della famiglia Trevisan, Maria Cristina Sandrin. “Chiediamo a questo punto che vengano spenti i microfoni e le telecamere su questa vicenda e che venga rispettato il dolore di queste due famiglie”, ha dichiarato il legale.
Sia Gloria che Marco erano architetti e con loro nel palazzo c’erano anche altre tre famiglie italiane. Il padre di Marco, Giannino Gottardi, aveva ricordato: “Siamo stati al telefono con i ragazzi fino all’ultimo istante, poi ci hanno detto che l’appartamento era invaso dal fumo e le comunicazioni si sono interrotte. Speriamo solo in un miracolo. A chiamarci alle 3.45 è stata la madre di Gloria, così io ho chiamato subito mio figlio. L’ultimo contatto è delle 4:07”. L’uomo successivamente aveva spiegato di non avere speranze: “Vivevano al ventitreesimo piano di una grattacielo restaurato da poco. Purtroppo penso che per loro non ci sia stato scampo”.
Il bilancio è destinato ad aggravarsi: nel pomeriggio, la polizia parlava di trenta morti, 76 dispersi (il numero è indicativo) e 24 feriti ricoverati in ospedale, 12 dei quali gravi. “C’è il rischio che non saremo in grado di identificare tutti”, le drammatiche parole di Stuart Cundy, capo operazioni di Scotland Yard. Nel frattempo è polemica sull’utilizzo del materiale per la costruzione dell’edificio: il rivestimento dell’edificio era stato vietato negli Stati Uniti per l’utilizzo negli edifici alti. Ha spiegato un rivenditore al ‘The Times’ che questo tipo di rivestimento, essendo a rischio infiammabilità, non è ritenuto adeguato per gli edifici superiori a dodici piani. Bersagliata dalle critiche anche la premier britannica Theresa May, che poco avrebbe fatto in questo periodo in cui è stata al governo per la prevenzione e la sicurezza.
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GM