Charlie, il Bambin Gesù vuole accoglierlo. Trump “Felici di aiutarlo”

(Archivio/Websource)

Non si arresta, la gara di solidarietà per il piccolo Charlie Gard, il bambino di dieci mesi affetto da una rara malattia e destinato a morire poiché i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra, dove il piccolo è ricoverato, forti di una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, avevano deciso di procedere con l’eutanasia contro la volontà dei genitori.
Ieri, attraverso il suo tweet, Papa Francesco aveva lanciato loro un appello manifestando il proprio dissenso nei confronti di questa scelta.
E oggi anche il presidente americano Donald Trump dice la sua attraverso un tweet offrendo il proprio aiuto e mettendosi in contatto con i genitori del piccolo. “Se possiamo aiutare il piccolo #CharlieGard, come i nostri amici in Gb e il Papa, saremmo felici di farlo”, ha dichiarato il presidente.

E anche nel nostro Paese l’aiuto a Charlie e alla sua famiglia non manca. L’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma si è fatto infatti avanti per accoglierlo.
“Ho chiesto al direttore sanitario di verificare con il Great Ormond Street Hospital di Londra, dove è ricoverato il neonato, se vi siano le condizioni sanitarie per un eventuale trasferimento di Charlie presso il nostro ospedale. Sappiamo che il caso è disperato e che, a quanto risulta, non vi sono terapie efficaci”, ha dichiarato Mariella Enoc, la presidente della struttura sanitaria di proprietà della Santa Sede. “Siamo vicini ai genitori nella preghiera e, se questo è il loro desiderio, disponibili ad accogliere il loro bambino presso di noi, per il tempo che gli resterà da vivere”.

Sulla possibilità di accogliere il piccolo in Italia è intervenuta anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, dichiarando: “Noi come governo non diciamo niente, questa è una valutazione che attiene ai medici e alla famiglia”. Ma se il bimbo dovesse arrivare in Italia “daremo il supporto necessario”. Per il ministro, però, “questa è una cosa del Bambino Gesù, che si muoverà, è una valutazione che faranno loro sia dal punto di vista tecnico con l’ospedale, e con la famiglia, i genitori. Noi assistiamo tanti pazienti in condizioni disperate da tutto il mondo. Però queste sono sempre valutazioni tecniche”, ha concluso.

Chris Gard e Connie Yates, i genitori del bambino, saranno rimasti probabilmente contenti dopo aver implorato i medici di aspettare a staccare i macchinari che tengono in vita loro figlio. I Gard avevano perso una battaglia legale per portare il proprio figlio negli Usa e sottoporlo così ad una terapia sperimentale. Battaglia arrivata fino alla Corte di Strasburgo.
I medici britannici si sarebbero opposti sostenendo che Charlie avrebbe sofferto troppo ed inutilmente dal momento che la sua malattia, la sindrome da deperimento mitocondriale, non sarebbe stata curabile.

I funzionari dell’amministrazione Trump, dopo aver parlato con la famiglia del piccolo, starebbero coinvolgendo le autorità di Londra per portare Charlie in un non precisato ospedale negli Stati Uniti pronto ad accoglierlo.
In proposito un portavoce di Theresa May ha affermato che la premier è a conoscenza del ‘tweet’ del presidente americano ma non ha voluto fornire ulteriori commenti. Ribadendo “Tutti i nostri pensieri sono con Charlie e la sua famiglia”.
BC