
Dopo l’attentato, l’ennesimo, che ha sconvolto Barcellona e tutta la Spagna, la domanda ricorrente in Italia è: ”Quando toccherà a noi?”. Non è per allarmare tutti in maniera troppo negativa, ma perché sono i numeri che parlano. Da quando, purtroppo, l’Isis e il terrorismo islamico sta facendo strage in tutta Europa (e non solo), praticamente solo l’Italia, dei grandi paesi del Vecchio Continente, non è stata colpita. Ovviamente una risposta chiara del perché questo è accaduto non esiste, ma esistono alcune ipotesi. Di sicuro il nostro sistema di sicurezza e di intelligence magari non sarà impenetrabile, ma di certo funziona e ci ha permesso di prevenire molti attentati e di cacciare via dall’Italia molte persone considerate pericolose per la sicurezza nazionale. C’è poi da dire che rispetto a paesi come la Francia, l’Italia, che non ha un numero alto di stranieri di seconda generazione, può allontanare con facilità persone considerate a rischio radicalizzazione, cosa che in molti paesi è più complicato, Francia e Inghilterra in primis. Inoltre, c’è da considerare che l’Italia non è immune da attacchi pianificati, esistono infatti molti segnali che anche nel nostro paese le minacce stanno aumentando. Insomma, il pericolo c’è, e non è lontano.
Il Viminale, qualche giorno fa, ha diramato questi numeri, che ci fanno capire meglio. Espulsioni dall’Italia per motivi di sicurezza nei primi sette mesi dell’anno: nel 2016 sono state 37, mentre nel 2017 sono state 67. Estremisti arrestati nei primi sette mesi dell’anno: nel 2016, 25, nel 2017, 29. Foreign fighters monitorati nei primi sette mesi del 2016: 110. Nel 2017: 125. Persone controllate nei primi sette mesi dell’anno nell’ambito di operazioni di prevenzione al terrorismo: 77.691 nel 2016, 190.909 nel 2017. Veicoli controllati: 19.693 nel 2016, 65.878 nel 2017. Insomma, in definitiva finora i controlli hanno funzionato ma è chiaro che con gli attentati che si stanno verificando non si può certo mai star tranquilli e che la minaccia, forte o debole, è comunque incombente anche nel nostro Paese.
M.O.
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