
Si è spento questa mattina a 71 anni Giovanni Aiello, l’ex poliziotto della Squadra Mobile di Palermo con trascorsi nei servizi. Noto alle cronache come “Faccia da mostro” e protagonista di alcune vicende controverse, Aiello è stato stroncato probabilmente da un malore a Montauro, sulla costa ionica catanzarese, dove viveva da anni. Mentre cercava di portare a riva la propria barca, con l’aiuto di altri bagnanti, si è accasciato ed è deceduto. È stato utilizzato un defibrillatore, recuperato in una struttura balneare vicina, per tentare di rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono immediatamente intervenuti anche i sanitari del 118 che hanno potuto solo constatare il decesso di Aiello.
Se ne va così un uomo sospettato dei delitti più efferati: dall’omicidio del poliziotto Nino Agostino, accusa per la quale la procura di Palermo aveva chiesto l’archiviazione, a un suo presunto ruolo nelle fasi preparatorie delle stragi di Capaci e via d’Amelio. Accuse sempre smentite dal diretto interessato e che secondo i suoi legali sarebbero state già tutte archiviate. Aiello era stato recentemente indagato anche dalla Procura di Reggio Calabria per aver reso false dichiarazioni al pubblico ministero, nell’ambito dell’inchiesta su Mafia e ‘ndrangheta sulla presunta trattativa per costringere lo Stato a scendere a patti “Giovanni Aiello è morto da innocente, da mesi la Procura di Palermo aveva archiviato le indagini a suo carico. La famiglia di Aiello dopo anni di sofferenze non merita ulteriori atti di sciacallaggio sulla figura del parente prematuramente scomparso”, affermano gli avvocati Eugenio Battaglia e Ugo Custo. Per Aiello il pm di Catanzaro, Vito Valerio, coordinato dal procuratore capo, Nicola Gratteri, ha disposto l’autopsia.
Con inconfondibili capelli chiari e una guancia sfregiata da una cicatrice sul volto – che a suo dire era il frutto di un incidente – Aiello era stato congedato dalla polizia nel 1977. Nel 2011 era finito al centro delle indagini della procura di Caltanissetta. Per i pm nisseni era lui l’inquietante personaggio che ha percorso come un’ombra tutta la Palermo delle stragi, per poi scomparire definitivamente, lasciando traccia di sé soltanto all’interno dei verbali di collaboratori e testimoni. Un killer a servizio di Cosa Nostra con un tesserino dei servizi in tasca più volte evocato come uomo chiave di tanti misteri a cavallo tra Stato e mafia, e che però non era mai stato individuato.
EDS