Ischia, i geologi: “Il peggio deve venire”. E l’isola si abbassa di 4 cm…

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Il terremoto che sei giorni fa ha fatto crollare le abitazioni ad Ischia causando morti e feriti ha riportato in auge la discussione sulla sicurezza degli edifici e sulla prevenzione dei terremoti. Come sempre il sisma ha mostrato l’efficienza dei soccorsi, capaci di mettere in salvo persone rimaste imprigionate sotto le macerie (basti pensare ai tre fratellini), e la solidarietà degli italiani sempre disposti a dare una mano in caso di catastrofi (bellissimo il messaggio di Sabrina Ferilli dall’Isola).

Terminata l’emergenza primaria si è passati alla fase dell’analisi della situazione, in primo luogo i dati dei rilevamenti dei ricercatori di CNR-IREA, mostrano come la scossa abbia causato l’abbassamento di una porzione della crosta terrestre di 4 cm in zona Casamiciola-Terme. L’analisi della deformazione dell’area colpita dal sisma è uno dei compiti della protezione civile e consente di elaborare il fattore rischio nel caso in cui una scossa successiva si ripresenti nella stessa zona.

Il dato ottenuto potrebbe essere fondamentale nel caso si ripresentassero delle scosse di entità simile o maggiore a quella che ha causato il crollo degli edifici la settimana scorsa. Un ipotesi questa che non è da scartare, anzi: secondo l’esperto Giuseppe Mastrolorenzo è molto probabile che si verifichi anche con magnitudo più alte: “Il terremoto che ha devastato la parte alta di Casamicciola sull’isola d’Ischia può ripetersi da un momento all’altro, con scosse di magnitudo anche superiore. Chi dice il contrario e fa affermazioni tranquillizzanti. gioca d’azzardo con la natura”.

Il geologo si dice certo delle sue osservazione e fa leva sui dati statistici riguardanti l’attività sismica della zona per dare credibilità alle sue affermazioni: “Lo affermo con certezza. L’energia liberata durante la scossa del 21 agosto scorso è di gran lunga inferiore a quella che si libera nei terremoti con la massima magnitudo osservata in quell’area dell’isola. Basti pensare che il terremoto del 1883, quello per intenderci che coinvolse la famiglia di Benedetto Croce che poi fu l’unico a salvarsi, era centinaia di volte superiore. Ci sarà un terremoto altrettanto forte”.

Matrolorenzo conclude la sua disamina, affermando che non si può dire che siamo una generazione che non vedrà terremoti catastrofici, d’altronde l’unico modo di prevenire un terremoto è quello di mappare le zone colpite da un sisma per segnalarne la pericolosità, d’altronde aggiunge: “In geologia quello che accade in passato si ripete con la stessa intensità e nello stesso luogo. Ecco perché mappiamo i luoghi dei terremoti e stabiliamo quali aree dichiarare ad alto rischio sismico”.

F.S.