
Il caso della povera Denise Pipitone, sparita la mattina del primo settembre del 2004 da Mazara del Vallo in provincia di Trapani quando aveva solo 4 anni, rimane ancora aperto e soprattutto senza alcuna pista valida da seguire. I giudici della Cassazione, nelle motivazioni della sentenza che ha assolto dall’accusa di sequestro di persona la sorellastra della piccola Jessica Pulizzi, spiegano che il caso rimane aperto e tuttora irrisolto.
Secondo loro a carico della ragazza che all’epoca dei fatti aveva 14 anni c’erano alcuni indizi, ma mancavano vere e proprie prove. Per questo motivo non solo l’hanno prosciolta da ogni accusa, ma hanno anche rigettato l’impugnazione di quella sentenza fatta dal Pg di Palermo e dai familiari di Denise, compresi i due ‘padri’ Antonino Pipitone (marito di Piera Maggio) e Pietro Pulizzi (padre naturale di Denise).
Secondo loro e molti altri osservatori proseguendo sulla pista indicata da quegli indizi si sarebbe arrivati ad una verità diversa. Di altro avviso i giudici che spiegano la loro scelta così. Innanzitutto il presunto movente di Jessica, risentimento nei confronti della bambina, poteva appartenere anche d altri primi fra tutti sua madre Anna Corona. In secondo luogo, il fatto che la ragazza si trovasse nel mercato, a 500 metri dal luogo in cui scomparve Denise, non può costituire una prova poiché Mazara è un centro molto piccolo.
F.B.