Si svolge stamani l”interrogatorio di convalida del fermo nell’istituto minorile di Montenerone per Lucio, reo confesso dell’omicidio di Noemi Durini. Il caso sta facendo parlare tutta Italia già da qualche giorno, e colpisce per la brutalità con la quale è stato commesso l’assassinio della giovane. Il movente non è ritenuto credibile: la vittima avrebbe fatto pressioni sullo stesso Lucio affinché quest’ultimo eliminasse i propri genitori, contrari alla loro relazione. E due amici di lui lo descrivono come violento, riportando una precisa minaccia rivolta a Noemi lo scorso giugno: “Se mi lasci ti ammazzo”. Cosa poi tristemente verificatasi. E poche ore prima del delitto, in un bar di Montesardo, lo stesso assassino avrebbe urlato che si sarebbe tolto la vita, o che l’avrebbe tolta a Noemi, rivolgendole anche pesanti epiteti. Il ragazzo sostiene che la stessa Noemi stava mettendo da parte i soldi per comprare una pistola, ma il pubblico ministero della Procura per i minorenni, Anna Carbonara, non gli crede. E ritiene che il delitto sia anzi aggravato dalla crudeltà e da futili motivi, oltre che dalla premeditazione. Il giovane sostiene poi di aver ammazzato la sua fidanzata con una coltellata alla gola, cosa non riscontrata dall’esame autoptico, in cui non è emersa alcuna ferita di arma da taglio su nessuna parte del corpo. Lucio non ha dato indicazioni utili nemmeno sull’arma usata, cosa che potrebbe aiutare a fare maggiore luce sulla dinamica della vicenda. Intanto la denuncia per stalking presentata contro Noemi dai familiari di Lucio non ha avuto seguito. Una amica di Noemi svela che il padre del giovane avrebbe inseguito la sfortunata ragazza, e che questa si era rifugiata da lei, in quanto l’uomo era contrario a quella relazione.
S.L.
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