
Si delineano i contorni dell’omicidio di Specchia, con i risultati dell’autopsia che evidenziano la ferocia con la quale è stata uccisa Noemi Durini. Lucio Marzo, il suo fidanzato arrestato con l’accusa di omicidio premeditato, avrebbe prima picchiato e poi accoltellato l’adolescente. Quindi avrebbe occultato il cadavere nelle campagne di Castrignano del Capo, a circa una ventina di chilometri dal luogo del delitto. Ora Lucio Marzoviene anche accusato di un furto in un emporio gestito da cittadini di origini cinesi compiuto poco dopo il delitto. A rivelarlo è la trasmissione televisiva di Rete4 “Quarto Grado”, che pubblica alcuni frame ripresi dalle telecamere a circuito chiuso.
Nello specifico, sembra che il giovane abbia rubato due penne di tipo laser, del valore complessivo di tre euro. La rapina sarebbe avvenuta poco dopo le 18.15 del 3 settembre, quindi appunto a poche ore dalla scomparsa di Noemi Durini, che in base a quanto accertato a quel punto era già deceduta. Tanti sono gli aspetti poco chiari della vicenda, a partire dall’arma del delitto, un frammento della quale è stato rinvenuto nella nuca della giovane. Inoltre, c’è un’auto sospetta che la mattina del 3 settembre sembra seguire l’auto guidata da Lucio Marzo, ancora minorenne e quindi non patentato. Non è chiaro se sia un complice o quei movimenti siano del tutto casuali. Di una Seat Ibiza vecchio modello aveva parlato nei giorni scorsi un testimone.
Inoltre, l’inviato della trasmissione Remo Croci ha riferito che il ragazzo arrestato, nel corso dell’interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Specchia, avrebbe disegnato l’arma del delitto, che sarebbe un coltello a serramanico. Anche questa è un’importante novità, perché finora era emerso che Lucio si sarebbe difeso dall’accusa, spiegando di aver agito d’impeto. “L’ho ammazzata perché premeva per mettere in atto l’uccisione di tutta la mia famiglia”, le parole del giovane. In ogni caso, il 17enne di Alessano ha sostenuto di essersi sbarazzato dell’arma del delitto, ma di non ricordarsi dove l’abbia abbandonata.

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GM